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L'attacco dell'agenzia Dire ad Elliot Page pare pura transfobia

All'agenzia Dire non sta bene che l'attore Elliot Page possa essere sé stesso. Criticano il suo essere un uomo transessuale che ha osato compiere scelte che non stanno bena alla loro giornalista Silvia Mari, la quale si affretta condannarle con discorsi di raro squallore.
L'attacco è contenuto in un aberrante articolo intitolato "La mastectomia del queer Elliot, come muore una donna" in cui la signora Silvia Mari scrive:

L’attore Elliot Page, fu Ellen, ha pubblicato il suo torso nudo post mastectomia. Ha celebrato al motto di ‘gioia trans’, in costume, con scatti immortalati su Instagram, quello che per moltissime donne rappresenta menomazione e dolore, oltre che rischio di morire. Tutto tranne che la gioia.

E già qui la signora Mari pare non aver capito nulla. Elliot è un uomo, non una donna. E per un uomo il seno non è un qualcosa che offre gioia.
A quel punto, sembra che la signora Mari non sia riuscita a comprendere neppure la definizione che Elliot ha dato di sé, affrenandosi però a deriderlo come prassi di chi prende in giro tutto ciò che non riesce a capire:

Lo scorso dicembre aveva annunciato di essere trans e queer cioè una persona non binaria che non si sente né uomo né donna (entrambi? O nulla?). Un duale per dirla con il greco antico. Anzi no perché di duale, se si osservano le foto di Elliot Page, non c’è proprio nulla. Del transito (se la parola trans, latino in mano, ha ancora un significato) si vede ben poco, perché tutto quel che si osserva è un uomo in pantaloncini. Magari transiterà. È evidente, eppure taciuta inspiegabilmente nelle moine dei social, una contraddizione logica, né morale né etica. Se non ti senti né donna, né uomo (quindi entrambi o niente?), perché Elliot che eri Ellen, ti togli il seno che connota biologicamente l’organismo delle donne? Allora ti senti un uomo, o vuoi diventare uomo? Legittimo, ma chiariamolo. Se sei entrambi, perché sei diventato Elliot e il tuo nuovo corpo vuole apparire con le sembianze di un uomo, magari con l’utero, chiedo, che di transito ha ben poco? Non sarà, mi viene questo sospetto, che semplicemente non vuoi essere una donna ma ora va di moda dirlo in altro modo? Perché a onor di logica è quello che sembra.

Se è probabile che Pillon potrebbe avere un'erezione davanti a righe così trasudanti di transfobia, la signora Mari non sembra esseri informata riguardo al tema trattato. Eppure Elliot è stato molto chiaro nello spiegare che è un uomo e che gradisce ci si rivolga a lui al maschile:

Inoltre il termine "queer" non indica una persona che «che non si sente né uomo né donna». Una semplice ricerca su Wikipedia le sarebbe bastato ad apprendere quel termine «si usa per indicare quelle persone il cui orientamento sessuale e/o identità di genere differisce da quello strettamente eterosessuale o cisgender: un termine-ombrello, si potrebbe dire, per persone gay (omosessuali), lesbiche, pansessuali, bisessuali, asessuali, transessuali, transgender e/o intersessuali».
Non sappiamo come funzionino le cose all'agenzia Dire, ma di solito chi vuole fare informazione dovrebbe fornire la corretta definizione delle parole che usa.

A quel punto i toni diventano ancora può surreali, con la signora Silvia Mari che inizia a starnazzare isteriche frasi sulle «tette», manco pensasse di essere una cubista del Papeete al cospetto di Salvini. Paragonando la transessualità ad un tumore, prosegue:

Una donna che perde le tette per una malattia non smette di essere donna. Ma se, Ellen, non vuoi essere una donna e ti togli le tette è quello che trasmetti a chi ti osserva e magari ti segue pure. E soprattutto ecco servito l’attacco che nessuno vuole vedere. È la diminutio del femminile sotto mentite spoglie. È il rifiuto delle donne. Che siano uomini con le sembianze di donna che tengono il pene, che siano Ellen con la vagina che mostra la mastectomia come un bel ragazzetto. È la morte delle donne. Senza spargere sangue ma non con meno violenza.

Surreale è come dica che le donne dovrebbero sentirsi "morire" perché un uomo non si sente donna. Il tutto senza chiarire in che modo lei voglia opporre le donne alle persone trans o su quali basi sostenga che la scelta individuale di una persona sia una violenza contro di lei e le donne. Siamo davanti ad un vittimismo surreale, con chi dice di sentirsi discriminato perché gli altri non sono discriminati.


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