Il parito di Adinolfi è imbarazzante: usa un'aggressione omofoba contro il ddl Zan
Sara Reho, esponente del partito omofobo di Mario Adinolfi, sembra non aver capito che il ddl Zan proteggerebbe anche gli eterosessuali se vittime di crimini d'odio come quello da lei descritto. Ma lei preferisce giurare il contrario, approfittandone per cavalcare un po' di razzismo populista attraverso il suo sostenere bambini di colore non devono poter avere la cittadinanza italiana perché lei dice non sappiano integrarsi. Sostiene anche che alcuni di loro sarebbero omofobi, peccato che lo stesso possa essere detto degli iscritti al suo partitino.
Citando Adinolfi come se fosse la Bibbia, la signora Reho pare offrire la sua falsa testimonianza nello scrivere:
Estenuante è la sua litania sul fatto che i reati sarebbero già puniti. Peccato che un'aggravante possa essere applicata solo ad un reato già punibile e che quello che lei vuole negare è come l'aggressione non sia stata solo alla vittima, ma ad un'intera comunità che avrà paura di poter essere aggredita. Per questo servono le aggravanti che lei si oppone.
Ma forse a farle paura è chi chiede si punisca la propaganda all'odio, dato che il ragazzo è stato aggredito perché portava lo smalto e c'è chi ha passato giorni a fomentare odio verso gli uomini che usano lo smalto. Un esempio?
Se si dovesse scoprire che i ragazzini siano stati spinti a delinquere da chi li ha aizzati all'odio pur di inveire contro Fedez, in quel caso si chiederebbe conto anche ai loro mandanti. Ed è forse questo che tanto spaventa gli elettori di Adinolfi.