Il TG4 attacca il ddl Zan portando in diretta i leader del fondamentalismo anti-gay
Ci fosse bisogno di dirlo, è il telegiornale di Retequattro, ossia della rete dei populisti, ad aver iniziato un processo di sdoganamento del fondamentalismo di estrema destra. Contro le linee guida scolastiche che avrebbero garantito dignità agli studenti trans, hanno contattato Gandolfini e Maria Rachele Ruiu in modo che potessero congratularsi con la Lega per essere riuscita a garantire che quegli studenti possano continuare ad essere discriminati, umiliati e resi vittima di bullismo all'interno delle scuole.
Il servizio del TG4 ha debuttato proponendo la presidentessa di Articolo 26 (nata per cercare di impedire le unioni gay) che dice che il rispetto sarebbe una «imposizione», perché lei vuole che i bambini siano educati ritenere che gli altri siano dei «diversi» in virtù di come lei dica che accettare la loro esistenza sarebbe una «ideologia di parte».
Hanno poi propinato un monsignore che ha usato la pandemia per sostenere che il rispetto degli studenti non sia un priorità. Ci mancava un "Prima gli italiani etero!" e sarebbe stato pronto a candidarsi nella Lega.
A quel punto, la signora Ruiu, in qualità di rappresentante dell'organizzazione forzanovista Provita Onlus, ha iniziato a strillare che «non è giusto» che «si imponga» una realtà che lei rinnega. Dice che i ragazzi trangender sarebbero «ragazzi in difficoltà» che lei dice vengano «confusi ancora di più». La premessa è il suo sostenere che chi non è eterosessuale sarebbe "confuso" o che i bambini vadano sottoposti a quelle fantomatiche "terapie riparateve" dell'omosessualità che la sua organizzazione promuove. Assicura poi che il rispetto per la diversità avrebbe «causato problemi psicologici e fisici» e assicura che la tolleranza creerebbe «problemi di salute ai nostri figli».
A quel punto, il TG4 si è collegato con Gandoflini, il quale dice che il contrasto ai crimini 'odio sarebbe «un tema divisivo» e che il ddl Zan «fa fermato e va bocciato» perché c'è la pandemia. Poi assicura che la Chiesa «condanna fermamente e senza nessuna accezione l'ideologia gender». Dice così che lui ha deciso che la Cei non avrebbe detto ciò che ha detto perché lui giura su Dio che nel ddl Zan ci sarebbe «ideologia gender» e «limitazione della libertà personale» visto che le vittime di crimini d'odio subirebbero le aggravanti che da trent'anni sono previste per chi delinque per motivi religiosi.
In un secondo collegamento in diretta, la signora Ruiu ha poi dichiarato che la sua organizzazione si è auto-proclamata incaricata di contrastare ogni possibile forma di inclusione delle scuole, sostenendo di agire per conto di genitori che non li hanno mai nominati loro rappresentanti. Ed ovviamente ha cercato di fomentare paure irrazionali, dicendo che «ol ddl Zan serve a portare il gender nelle scuole perché è citata l'identità di genere» o che le direttive sarebbero state «scritte da qualcuno che sponsorizza e dice che ha collaborato con le cliniche inglesi che sono finite sotto le pressioni delle lobby, che hanno fatto diagnosi a studi affrettati ed esperimento sui minori».
Come sempre, la loro propaganda non ha previsto contraddittorio (evidentemente la loro tesi è che solo chi difende i bambini dall'omofobia debba essere silenziato). E chissà quanto di quei genitori che loro citano a caso sarebbero felici di sapere che la signora Ruiui ha cercato di portare nelle scuole un coso di educazione sessuale "Biblica" che invitava i ragazzi a praticare sesso non protetto...