La ceccardi sostiene che i reati d'odio siano "Libertà di opinione" ma che le opinioni sgradite alla Lega vadano perseguite in tribunale
La leghista Susanna Cerccardi, divenuta un volto noto della suo partito grazie al suo essersi rifiutata di celebrare unioni civili, non ha dubbi: i crimini d'odio dovrebbero essere ritenuto "libertà di opinione" ma chi osa sostenere che la Lega sia omofoba va querelato.
Ospite di Piazza Pulita, ha raccontato che lei avrebbe «un amico gay» che le avrebbe detto che lui «è contrario perché è portata avanti dalle associazioni gay di sinistra e perché è una legge che va a modificare l’impianto della Legge Mancino creando un’aggravante sui reati d’opinione».
Fortunatamente la Ceccardi non ha proseguito col raccontare che cosa le abbia detto anche la sua fruttivendola. Ma visto che lei è una parlamentare e che ci costa un sacco di soldi, forse potrebbe provare a leggere i giornali e capire che le associazioni gay di destra sostengono la norma (che peraltro esiste in tutta Europa, fatta eccezione per Italia, Ungheria e Polonia) e che non è previsto alcun reato di propaganda come nel caso della Legge Mancino contro i reati d'odio per motivi etnici o religiosi.
Costantino della Gherardesca ha replicato: «L’omofobia è radicata nella vostra, diciamo, cultura». Ma a quel punto la leghista ha iniziato a sostenere che quella opinione fosse «passibile di querela». Insomma, l'odio sarebbe opinione ma l'opinione va punita se sgradita alla ricca élite padana.
Il quotidiano populista Libero ci informa poi che la signora Ceccardi voleva andarsene via perché era infastidita da chi osava porre domande scomode sulle politiche leghiste anziché parlare di quanto sia bello sequestrare i bambini in mare o promettere la riapertura dei locali senza tener conto del numero di contagi:
Quindi il fare giornalismo anziché porsi come i servi del politico di turno sarebbe un inaccettabile "processo in diretta"?