La CEI è tornata a cercare di affossare il ddl Zan per il contrasto ai crimini d'odio
La CEI è tornata a esercitare la sua ingerenza nel tentativo di aiutare Salvini ad affossare il ddl Zan. Il presidente della Conferenza episcopale italiana, Gualtiero Bassetti, ha aperto i lavori dell’Assemblea generale di Roma di questa mattina con un attacco frontale alla legge: «Ribadiamo come ci sia ancora tempo per un dialogo aperto per arrivare a una soluzione priva di ambiguità e di forzature legislative», ha dichiarato. Il riferimento è alla loro richiesta per la cancellazione della protezione delle vittime transessuali che dicono sarebbe illegittima in virtù di come loro vogliono che a quelle persone sia negato un diritto all'esistenza.
Tanto ha eccitato il solito leghista Pillon, il quale dice che l'impunità per i delinquenti starebbe un'opportunità perché l’Italia, "a differenza di Paesi in cui leggi simili al ddl Zan sono entrate in vigore, può tornare al buon senso ed alla naturalità delle cose" in quel suo sostenere che Ungheria e Polonia siano esempi a cui ispirarsi.
Sul fronte leghista, l'offensiva prosegue invece con l'ostruzionismo. Il Carroccio ha presentato addirittura 200 audizioni, tra cui quella di Platinette. Ed ovviamente Ostellari, in qualità di presidente leghista della commissione, sta cercando di rallentare i lavori e si è persino rifiutato di far sapere al resto della commissione di conoscere quali sarebbero le audizioni richieste.