Livio Varriale scrive ad Adinolfi in difesa di don Bianchi. Lui replica: «Gayburg è monnezza Lgbt»


Livio Varriale scrive ad Adinolfi, accusando Gayburg di aver «travisato» i dati che indicavano in don Mirco Bianchi il principale influencer anti-gay d'Italia.
Dice che «non è il primo per tweets pubblicati ma per likes», esattamente come veniva riportato nel nostro articolo, dove parlavamo di percentuali in cui venivano «valutati i like e i commenti raccolti». Dice che «non è scritto che @mircoDmirco è sostenitore di crimini d’odio», esattamente come non lo abbiamo affermato noi visto che lo abbiamo indicato come impegnato «nella difesa dei crimini d'odio» in quanto contrario ad estendere aggravanti a chi li commette. Dice poi che il prelato «non è citato nel testo». Vero, ma nel grafico a torta era indicato chiaramente.

A questo punto gradiremmo sapere dal signor Livio Varriale in che modo avremmo «travisato i fatti» dato che la sua asserzione parrebbe passibile di possibile querela:



Secondo copione, è in risposta a quella opinabile asserzione che Mario Adinolfi è tornato a diffamarci. Dal suo profilo Twitter, scrive:



Adinolfi dichiara dunque, sotto la sua responsabilità penale, che noi saremmo responsabili di imprecisati «attacchi violentissimi» a imprecisati «familiari» di imprecisati «avversari della comunità lgbt», forse riconoscendo la matrice d'odio di chi si oppone all'esistenza di un intero gruppo sociale. Poi, condisce il tutto con i suoi soliti insulti.

Update 17:00. Dopo alcuni botta e risposta, pare che il signor Varriale abbia ammesso che non c'è stata alcuna "travisazione" dei dati e che a lui semplicemente pare non piacciano le considerazioni che abbiamo fatto noi:



Da parte nostra, confermo che abbiamo semplicemente attinto ai suoi dati e che siamo stati noi a dedurrne un dato di fatto, ossia che il parroco di Gatteo a Mare risultava al primo posto tra gli influencer anti-gay.
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