Mario Adinolfi continua a insultare tutti, difendendo il sessimo di Pillon

Il bullismo di Mario Adinolfi pare ormai fuori controllo. Ormai è la quasi totalità dei suoi messaggi ad essere intrisi di insulti, di odio e di invettive con cui tenta di fomentare violenza contro interi gruppi sociali. E fa tutto questo davanti ai bambini, con il rischio he possa depravarli e possa condurli sulla via del bullismo. E chissà se Satana sarà orgoglioso di lui mentre inneggia Pio a Amedeo perché dicono «froc*o» e «neg*o» a sfregio di chi è morto a causa di quelle parole...

Ricorrendo alle sue solite mistificazioni e a quel vittimismo su cui ha fondato il suo lucroso business fondato sul commercio di omofobia, l'esponente del fondamentalismo scrive:

Ma come? Diceva che insultare i gay dovesse essere ritenuto "libertà di espressione" e poi frigna se qualcuno usa espressioni comuni contro di lui e le sue folli pretese? Davvero non riesce ad essere coerente con sé stesso mentre è tutto impegnato a pubblicare virgolettati estratti di frasi decontestualizzate?

Stando a quanto dichiara Sara Reho, il signorino Adinolfi stava sbraitando che lui, in qualità di maschio eterosessuale bianco che pretende la sottomissione femminile, ha deciso che il contrasto al sessimo sarebbe discriminatorio per le donne. Dice abbia ragione Pillon a dire che è la loro natura a portare le donne a voler stare in cucina o a lavare le mutande dell'uomo:

Ovviamente la semplificazione della signora Reho si commenta da sé, perché il fatto che lei creda di aver deciso liberamente il suo percorso di laura non significa che non esistano fattori sociali e culturali che hanno contribuito a quella scelta. A meno che non sia restata chiusa sotto una campagna di vetro per anni, ogni sua azione e ogni suo pensiero è parte di un costrutto che l'ha formato. Negare questa evidenza significa negare la realtà.
Inoltre il voler ricondurre ogni fatto alla propria esperienza personale è una manifestazione di analfabetismo funzionale, dato che il fatto che lei creda di essere stata libera non significa che altre donne non abbiamo subito imposizioni maggiori alla sua. In fondo accadeva solo qualche decennio fa che una delle figlie venisse scelta dai genitori come la poveretta che non avrebbe dovuto potersi fare una vita perché si sarebbe dovuta prendere cura di loro durante la vecchia. Ed era sempre e solo una donna, mai un figlio maschio.
Ed ovviamente la signora Reho si affretta a ripetere gli insulti di Adinolfi, mostrando che il signorino sta istigando all'odio i suoi seguaci insegnando loro come offendere e irridere chiunque non condivida il suo sostenere che dai suoi coiti e dalle sue fantasie sessuali dovrebbero derivare privilegi esclusivi.


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