Provita spaccia dati ridicoli per negare l'omofobia, arrivando a metterli nella bocca delle loro vittime
È la solita organizzazione forzanovista Provita Onlus ad aver pubblicato un surreale articolo intitolato "Omofobia in Italia? Prossima allo zero. Parola di Lgbt".
Se è veramente aberrante la loro abitudine di infilare a forza le loro sudicie teoria nella bocca delle loro vittime, è surreale come arrivino a negare quel fenomeno che rappresenta il core-business della loro organizzazione. Negando la realtà che si evince da un qualsiasi quotidiano, scrivono:
La grande emergenza omofobica? I primi a smentirla sono proprio le associazioni LGBT+, anche se non lo ammetteranno mai in modo esplicito. Non è uno scherzo: basta cliccare su Omofobia.org e la verità salterà anche agli occhi dei più increduli. Il sito ha riportato i dati Istat relativi agli ultimi otto anni, compreso il primo quadrimestre del 2021. Sebbene abbiano visto un’ascesa degli “atti omofobici” nella loro totalità, i numeri, anche nell’anno apicale, il 2019, sono sempre risultati quantomai bassi.
Il loro gioco è sempre lo stesso. Dicono che non serve una legge che riconosca la matrice omofobica dei reati d'odio perché nei dati statistici quei reati non vengono registrati proprio perché none esiste una legge che li definisca.
Non solo. È anche probabile che chi aprirà quelle pagine non riterrà "bassi" dei numeri che indicano 1.245 vittime accertate. Inoltre pare che Provita non abbia notato quell'articolo intitolato "Sono solo 35 le vittime di omofobia del 2021?! Magari!" in cui il sito spiega chiaramente perché i numeri pubblicati dall'organo di propaganda di Fratelli d'Italia al fine di negare l'esistenza dell'omofobia non siano quelli reali.
A quel punto l'organizzazione di Brandi tenta di spacciare dati ridicoli, spergiurando sarebbero da prendere per buoni nonostante siano evidentemente ridotti. Ma il loro giurare che nel 2019 ci sarebbe stato un un'unica aggressione omofoba pare veramente troppo:
Quanto alle aggressioni singole, si va da un minimo di 30 nel 2017 a un massimo di 56 nell’anno successivo. Gli atti non aggressivi vanno da un minimo di 11 nel 2013 a un massimo di 92 nel 2019. Davvero esigui gli omicidi, mai andati oltre le dita di una mano: si va un massimo di 5 nel 2016 e nel 2020 a un minimo di 1 nel 2019.
Sempre tentando di mistificare le parole altrui per inputate ad altri i lodo sproloqui, scrivono persino:
Omofobia.org lo ammette: anche se «le vittime sembrano aumentare», è giusto precisare che «aumentano gli episodi denunciati». L’interpretazione diventa poi faziosa: «Aumenta cioè l’odio ma anche e soprattutto il coraggio di dichiarare i torti subiti, anche se è difficile. Questa considerazione sembra corretta dal momento che la tipologia che aumenta di più è quella degli atti non fisici, che è la più difficile da denunciare perché non lascia segni visibili e inequivocabili». Altra ermeneutica tutta da dimostrare: «Un picco notevolissimo nel luglio 2018, coincidente con l’ascesa della Lega al governo e un identico precipizio nel settembre 2019, coincidente con la caduta dello stesso Governo».
Il vero punto, però, è un altro: bastano 50 aggressioni l’anno per gridare all’emergenza omofobia? Senza trascurare un altro fatto: non abbiamo alcuna certezza che l’aumento delle denunce corrisponda necessariamente a un aumento del sentimento omofobico.
Certo, loro non sono certo che le loro campagne di istigazione all'omofobia abbiano effetti sulla società. E forse non leggono manco i commenti che i loro proseliti lasciano sulle loro paginette, dato che basterebbero quelli a far capire a chiunque che l'omofobia è in aumento ed è un problema reale. Ma loro insistono, dicendo che loro vedrebbero solo 50 casi di omofobia in un anno.
A quel punto iniziano a negare ciò che è ovvio, ossia che i reati devono essere già previsti se si vogliono applicare delle aggravanti, così come negano persino l'evidenza di come sia diverso aggredire qualcuno per il solo fatto che esista, dato che quella diventa un'aggressione ad un gruppo sociale e più non alla singola persona.
Se Pietro picchia Paolo perché hanno litigato, ci sarà una querela ma il fatto resta limitato al loro rapporto. Se invece Pietro spara ad un estraneo perché ha un diverso colore della pelle o un diverso orientamento sessuale, un'intera comunità avrà paura di uscire di casa perché c'è quel pazzo che vuole ucciderli. E quindi non è la stessa cosa.
Eppure è ripetendo sempre i soliti ritornelli che scrivono:
Se i fattori pocanzi menzionati sono tutt’altro che da trascurare e meritano tutti un opportuno approfondimento, non va dimenticata la vera stella polare dell’intero dibattito sull’omofobia: neanche se, per assurdo, i casi di aggressione o discriminazione decuplicassero nell’arco di un mese, ciò costituirebbe una buona ragione per approvare il ddl Zan, né alcuna legge anti-omofobia analoga. Le leggi atte a punire un delitto di qualunque natura contro un omosessuale o un transessuale già ci sono e non risulta siano mai rimaste inapplicate. Non ci risulta che nessun crimine ai danni di persone lgbt sia mai stato punito in modo più indulgente rispetto agli eterosessuali. A meno che non si voglia fare di omosessuali e transessuali dei cittadini privilegiati: cosa che nessuno dei sostenitori del ddl Zan ha mai confermato ma – se è per questo – nemmeno smentito.
A questo punto, però, non ci spiegano perché Jacopo Coghe goda delle aggravanti previste dalla Legge Mancino e si rifiuti di estenderli ai gay. Stando al loro discorso, dovremmo ritenerlo un cittadino privilegiato? E perché se la prendono con i gay nonostante la legge tutelerebbe anche un eterosessuale che fosse aggredito perché eterosessuale? Non sarà che sanno bene che è improbabile avvenga mentre è molto più frequente che sia un gay ad essere picchiato? E se lo sanno, non possono poi pretendere di voler sostenere che sarebbero stati 50 casi all'anno ad avergli reso evidente quel fatto.
E se di equità si deve parlare, perché mai loro devono poter uscire di casa senza aver paura di essere aggrediti e a un gay deve essere negata la stessa sicurezza?
A proposito, prendendo solo i casi finiti sui giornali raccolti dal cito citato da Provita, le aggressioni e i reati registrato nel solo 2021 superano i 130. Davvero vogliono farci credere che neppure quell'evidenza gli ha fatto capire che quanto giurano sul loro onore sia una balla grande come tre case?