Spoleto. L'arcivescovo usa il pulpito per un comizio politico infarcito di falsità contro il ddl Zan
Nel giorno della Pentecoste, l'arcivescovo di Spoleto-Norcia, Renato Boccardo, ha usato il pulpito della Cattedrale di Spoleto per un vergognoso comizio politico incentrato sulla sua falsa testimonianza.
Il prelato ha iniziato a sostenere che: «Le discriminazioni –comprese quelle basate sull’orientamento sessuale– costituiscono una violazione di questa dignità che, in quanto tale, deve essere sempre rispettata nelle parole, nelle azioni e nelle legislazioni. Al riguardo, un esame obiettivo delle disposizioni a tutela della persona, contenute nell’ordinamento giuridico del nostro Paese permette di affermare che esistono già adeguati presidi con cui prevenire e reprimere ogni comportamento violento o persecutorio e la chiesa ha il compito di unire le genti, di qualsiasi razza ed etnia».
Insomma, il solito mantra sul fatto che bisognerebbe condannare le discriminazione ma difendere chi le istiga perché l'odio sarebbe "libertà di opinione" e non servirebbero leggi che estendano ad altri le tutele che la legge Reale-Mancino garantisce ai cristiani e ai sedicenti tali.
Ma il suo sproloquio è degenerato quando l'arcivescovo ha iniziato a dire che il ddl Zan «pretende di reagire ai reati di omotransfobia introducendo una norma che cancellerebbe il dualismo uomo-donna a vantaggio di un’auto percezione individuale per la quale non verrebbe neppure richiesta una forma di stabilità. Una manovra che appare non solo e non tanto concretizzare una più che legittima volontà di combattere ogni forma di violenza e di discriminazione, ma anche e soprattutto un tentativo di equiparare con altre esperienze affettive – attraverso un colpo di mano (anzi, di legge) – ciò che si fonda sulla complementarietà tra maschio e femmina. La distinzione fra uomo e donna esiste, e sottoporre a procedimento penale chi ritiene che la famiglia esiga per essere tale un papà e una mamma significherebbe introdurre un reato di opinione».
Insomma, in cattedrale i bambini sono stati costretti a subire la pornografia di un prete che dal pulpito si è messo a teorizzare quanto a lui piaccia pensare a peni eretti che penetrano vagine, sostenendo deliranti teorie su fantomatiche pene detentive (che esisterebbero solo se la sua "opinione" omofoba arrivasse a invitare qualcuno a fracassare il cranio a chi non penetra vagine secondo le sue fantasie).