Don Mirco Bianchi vomita i soliti insulti: «Fedez è mosso dalle catene del Maligno»
Ci faccia capire. Il signor Mirco Bianchi, in qualità di parroco leghista di Gatteo a Mare, sostiene pubblicamente da mesi che i reati d'odio sarebbero "libertà di espressione" e che chi delinque debba essere risparmiato da aggravanti. Poi, però, giura sul suo abito talare che lui vedrebbe "violenza" nel video in cui un onesto cittadino ha osato esprimere pacatamente la sua opinione dinnanzi ad una inaccettabile ingerenza del Vaticano nella politica italiana.
Quindi stando a quanto dichiara, lui vede "libertà di espressione" quando sui giornali si imbatte nelle fotografie ragazzini picchiati a sangue perché gay e trova una inaccettabile "violenza" il fatto che qualcuno ricordi le sentenze che hanno sancito che la chiesa avrebbe dovuto pagare le tasse quantomeno per le sue attività commerciali o per il patrimonio immobiliare che affitta a privati per fare cassa?
E dato che la diffamazione pare eccitarlo come una scolaretta, accusa Fedez di essere un servo del «maligno». Ora ci manca solo che inizia chiedere che le streghe siano bruciate in piazza e avremmo un degno esponente del Medioevo più retrogrado. Fatto sta che il leghista scrive:
Dicendo che il contrasto alle discriminazioni sarebbe solo "presunto", il parroco dice di vedere discriminazioni verso chi dice di non essere figlio di Dio, ma figlio di Mussolini e del concordato fascista che siglò con l'Italia:
Sostenuto che "prima vengono gli italiani" ma solo dopo i vaticani, il parroco inizia a insultare anche l'Onorevole Zan. Si lamenta che il suo discorsi si basi su dei principi generici e non su attacchi personali a singole situazioni come avrebbe probabilmente fatto il suo amato Salvini, arrivando a starnazzare che chi non usa toni populistici sarebbe un cacasotto:
Ci fosse ancora Gesù, forse potremmo scommettere tutto sull'ipotesi che don Bianchi sarebbe stato il primo dei sacerdoti del tempio ad essere cacciato a pedate.