Giorgia Meloni promette impunità per gli omofobi, propone di abolire le unioni civili e assicura che lei vieterà il diritto di scelta alle donne


Giorgia Meloni dice che la sua difesa chi aggredisce i gay per strada sarebbe un valore cristiano, così come sostiene che è il suo dirsi cristiana a spingerla a chiedere che si schierino navi da guerra contro chi salvala vite umane nel Mediterraneo in virtù di come ai suoi elettori non piacciono i bambini che non hanno la pelle bianca. Assicura che Dio è omofobo più di Orban e starnazza che lei si oppone ad una legge che non parla di famiglie in quanto contraria a tollerare l'esistenza di famiglie gay. A detta sua, pare sarebbe preferibile un padre pedofilo o una madre che fa prostituire i figli purché i genitori compiacciano Gandolfini praticando anche penetrazione vaginali.

Intervistata dal sito anti-gay International family news, la signorina Meloni (che è mamma ma non è sposata secondo il volere di Madre Romana Chiesa) dichiara: «Il testo unico Zan non serve a combattere le discriminazioni ma a punire con nuovi reati d’opinione chi non piega la testa al pensiero unico. E lo abbiamo visto nei Paesi dove normative simili sono entrate in vigore. È una proposta liberticida che la sinistra vuole imporre per colpire chi è contrario alle adozioni gay o all’utero in affitto».
Insomma, le solite balle. Non solo non verranno introdotti nuovi reati dato che si parla di aggravanti, ma neppure si parla di GpA. Surreal è poi il suo sostenere che le leggi anti-discriminazioni discriminerebbero chi discrimina perché lo hanno sostenuto le lobby omofobe portate in Senato da Pillon. Poi, passando a citare la propaganda di Marina Terragni, ha aggiunto: «È un provvedimento che nega la differenza sessuale e finirà per discriminare soprattutto le donne, negando le conquiste che hanno raggiunto in tanti anni. Sostenere la tesi che l’identità sessuale di una persona sia completamente sganciata da quella biologica porta esattamente a questo. E non sono io a dirlo, ma quelle storiche femministe che oggi vengono addirittura accusate di omofobia perché rivendicano la specificità femminile. Il “testo unico Zan” serve anche a spalancare le porte delle nostre scuole all’ideologia gender, a partire dalle elementari».
In passato la signora meloni ha dichiarao che lei non ha idea di che cosa sia quella fantomatica "Ideologia gender" che si ostina a citare ripetendo a casaccio gli slogan delle organizzazioni neofasciste.

La meloni promette che lei si adopererà per cercare di cancellare anche le unioni civili: «Non c’è niente di inevitabile. Ma è fondamentale che i cittadini facciano sempre sentire la propria voce, come è successo ad esempio con i due grandi Family Day a San Giovanni e al Circo Massimo, due manifestazioni oceaniche partite dal basso. Se i cittadini si fanno sentire, è più difficile per il palazzo non ascoltarli».
Promette anche che cercherà di vietare l'aborto, fregandosene della voce dei cittadini che hanno votato ad un referendum con un risultato che non è piaciuto a Gandolfini: «Continueremo a sostenere la piena applicazione della Legge 194, che al suo primo articolo sancisce che lo Stato difende e tutela la vita umana fin dal suo inizio. Perché per noi il concepito, il più piccolo e più povero tra gli esseri umani, è uno di noi e va difeso». Spiega che lei cercherà anche di vietare la pillola che Provita Onlus e Gandolfini chiedono sia vietata in quanto permette alle donne di non restare incinta anche se loro le vogliono gravide: «Serve una radicale inversione di rotta che metta fine anche a quei provvedimenti, come la direttiva Speranza sulla pillola RU486, che banalizzano l’aborto in una pratica “fai da te” ed espongono le donne a grandi rischi per la salute».

Dicendo che la sua opera politica sarebbe perpetrata a danno dei cittadini nel nome di Benedetto XVI, annuncia che il suo partito baserà la sua ideologia su motti confessionali e liberticidi che faranno sembrare l'Ungheria e la Polonia dei liberali: «La difesa della vita dal concepimento alla morte naturale, la cultura della vita contrapposta alla deleteria cultura della morte e dello scarto tipica di un certo progressismo amorale, la difesa della famiglia naturale come perno della società e come baluardo educativo. Questi princìpi non negoziabili enunciati con grande profondità da Benedetto XVI, sono parte imprescindibile del patrimonio politico e culturale dei Conservatori europei. E rappresentano le priorità del mio mandato come presidente. Perché è da questi valori che l’Europa deve ripartire, per avere un futuro e non tradire la sua storia millenaria».
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