La Lega plaude alla sentenza che intimidisce le fonti giornalistiche e limita la libertà di stampa


La Lega di Matteo Salvini abolirà la libertà di stampa? Così pare, dato che il padano che mandava la Digos a sequestrare qualunque striscione osasse manifestare è lo stesso che ora chiede che i giornalisti siano obbligati a rivelare i nomi delle loro fonti.
Il caso è stato scatenato da una surreale sentenza del Tar del Lazio, il quale ha ordinato alla trasmissione "report" di rivelare le sue fonti dando ragione all'esposto di un avvocato milanese citato in un’inchiesta della trasmissione sugli appalti lombardi. Peccato che ciò equivalga ad intimidire le fonti, di fatto cercando di dissuaderle dal collaborare con i giornalisti investigarvi.
Massimo Capitanio, in qualità di capogruppo leghista in Vigilanza Rai, si è detto felicissimo per la sentenza. Dice che i leghisti si erano stufati di quei giornalisti che hanno denunciato il loro aver rubato 49 milioni di euro ai cittadini, aver organizzato una maxi-truffa agli italiani insieme ai russi, aver svenduto le coste della sardegna, aver acquistato camici dalle loro mogli... insomma, finalmente sapranno chi colpire se qualcuno parlerà. E dato che l'insulto è parte del loro dna, accusa anche la trasmissione di "stucchevole vittimismo" sostenendo che lui esige che la sentenza sia rispettata e che gli spioni che hanno denunciato il malaffare siano messi alla gogna.
Diversa è l'opinione di Enrico Letta, qil quale commenta: «Le sentenze si rispettano sempre. Ma questa del Tar sulle fonti di Report lascia davvero perplessi. Non vedo come possa resistere agli ulteriori gradi di giudizio». Mentre dai 5 stelle, Primo Di Nicol afferma che quella sentenza «crea un pericolosissimo precedente che mette in discussione la segretezza delle fonti giornalistiche e con essa la libertà di stampa».
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