Le altissime disquisizioni del partito di Adinolfi: si chiedono se i gay siano «prendinculo» o «mettinculo»


Mirko De Carli, in qualità di esponente del partito omofobo di Mario Adinolfi, continua a farci recapitare messaggini intrisi di offese e di insulti. Dato il personaggio, c'è da domandarsi se non vi sia un qualche sotterfugio dietro a quel modus operandi: ogni volta scrive un messaggio offensivo su Facebook, fa uno screenshot, lo pubblica su Instagram Stories, ci tagga, attende che il messaggio scompaia e poi torna su Facebook a piagnucolare che noi lo avremmo citato. Ed ovviamente i suoi proseliti non avranno alcuna evidenza di come sia stato proprio lui a chiamarci in causa.
Lo ha fatto il 18 giugno alle 9.19, il 18 giugno alle 12.29, il 19 giugno alle 11.08, il 22 giugno alle 10.48, il 23 giugno alle 20.49, il 24 giugno alle 20.19...

Quest'oggi ci tagga nel citare una scena di Philadelphia, peraltro dimostrando tutta la sua difficoltà nello scrivere correttamente la parola "Hollywood":



Dovremmo dedurre che ci citi perché vuole rivolgere a noi quegli insulti? Oppure cita il ddl Zan perché vuole sostenere che quel tipo di offese siano quello che il suo partito definisce come una presunta "libertà di opinione"?
E il film lo avrà visto? Oppure, più semplicemente, non ha capito nulla della trama e ha riso istericamente nel sentire quegli insulti? Probabilmente non lo sapremo mai, dato che il signorino pare voler lanciare il sasso e nascondere la mano.

Tra i commenti, i suoi seguaci tentano di difenderlo, sostenendo che quello sarebbe un linguaggio che il loro partito riterrebbe lecito. E lui parrebbe ammettere che la citazione servisse proprio a insultare senza assumersene le responsabilità penali:



In realtà il film non «parla della tutela degli omosessuali» visto che è incentrato su avvocato che viene licenziato perché sieropositivo. Ma forse De Carli pensa che l'HIV sia sinonimo di omosessualità come sostenevano i peggiori i bigotti di quarant'anni fa...

Poi, sempre a dimostrazione del livello "culturale" della sua gente, un suo proselito scrive:



Insomma, loro non sanno vivere senza occuparsi delle mutande altrui. Poveretti.
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