Le prime pagine dei giornali davanti all'attacco vaticano alla sovranità italiana

Non tutti i quotidiani hanno dato la medesima lettura davanti ad un Vaticano che ha formalmente chiesto all'Italia di modificare una legge contro i crimini d'odio che non piace a neonazisti, evangelici ed ortodossi. Ed ovviamente sono stati i cosiddetti "sovranisti" a sostenere che gli extracomunitari del Vaticano abbiano diritto di prelazione e che facciano bene a voler comandare a casa nostra perché prima vengono i preti e solo dopo arrivano gli italiani.

Il Corriere della Sera titola “Legge Zan, interviene Draghi“, sottolineando come Meloni e Salvini plaudono all'ingerenza vaticana.

La Repubblica sottolinea la spaccatura vaticana davanti all'ingerenza, riportando nel sottotitolo: "a nota che chiede modifiche al ddl sull’omofobia spiazza l’ala riformista più vicina a Papa Francesco. Per i vescovi grave violazione del Concordato. Cardinal Ruini: nessuna ingerenza, giusto intervenire".

La Stampa sostiene parla di un "affondo del Vaticano che spacca la maggioranza", sostenendo che il vaticano voglia cancellare la completamente la norma.

Il Manifesto titola "fratelli quasi tutti", sottolineando come il vaticano stia contribuendo a legittimare discriminazioni e distingui simili a quelli del nazifascismo.

Il tenore cambia sui giornali populisti, i quali si dicono eccitato dalla norma e si affrettano a irridere le vittime di violenza:

Il Tempo, quotidiano della destra romana ora acquistato dal gruppo editoriale di Libero, sfotte e titola: "Il Vaticano non fa Zan Zan" e sentenzia che la norma debba essere affossata.

Libero titola: "La legge Zan non s’ha da fare" asserendo che il Papa avrebbe "divorizato" dal pd per riscoprirsi leghista e sostenitore di Salvini. Ovviamente insulta Fedez, insulta le Sardine e dice che Letta si troverebbe "sotto un treno".

Il Giornale è più pacato, dicendo parlando di "Vaticano contro la legge Zan, tocca a Draghi risolvere". Sottolina anche come l'ingerenza sia un autogol.

Indecente come sempre, La Verità titola "habemus papam" con Belpietro che scrive: "Finalmente il Papa fa il Papa". Rilancia poi l solite fake-news, affermando che "il bavaglio gender può compromettere la libertà di culto. Finalmente pure il Vaticano si muove per fermare una norma ideologica che minaccia il diritto di parola su temi delicati come educazione e famiglia".


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