Luca Del Pozzo: «Il ddl Zan porterà a legittimare l’anarchia morale»
Secondo la teoria sostenuta dal blog di Sabino Paciolla, il nazismo dovrebbe insegnarci che il diverso va represso anche con la violenza. È quanto si desume da un surreale articolo firmato da tale Luca Del Pozzo, volto a sostenere che l'autodeterminazione altrui sarebbe «un principio tanto semplice quanto dalle conseguenze potenzialmente devastanti».
Come prevedibile, il pretesto è il solito attacco fondamentalista al ddl Zan, con il signor Del Pozzo che scrive:
Al di là e oltre la formulazione del singolo articolo, ciò che dovrebbe far riflettere tutti e auspicabilmente suggerire una pausa di riflessione, è che forse mai come in questo frangente, questa legge tanto controversa di cui si sta parlando, è stato teorizzato fino ad essere messo nero su bianco un principio tanto semplice quanto dalle conseguenze potenzialmente devastanti: l’abolizione del principio di realtà e la sua sostituzione con il principio di percezione.
Che la legge sia "controversa" è una sua opinione, peraltro mostrando come certi personaggi abbiano il coraggio di sostenere che condannare la violenza sia un tema che andrebbe dibattuto e non approvato in quanto ovvio. Afferma poi che il suo negazionismo verso l'identità di genere sarebbe un "principio di realtà", anche qui proponendo la sua opinabile opinione come un dato di fatto su cui fondare le sue invettive.
Il signor Del Pozzo prosegue:
Sta tutto qui il limite, per usare un eufemismo, del Ddl Zan. Il fatto cioè che la realtà cessa di essere un qualcosa di oggettivo, di esterno al soggetto e che lo precede, per diventare pura materia grezza che il soggetto può plasmare a suo piacimento.
Anche qui pare non aver capito nulla, dato che l'identità di genere non si sceglie ma esiste. Riconoscere un dato di fatto è oggettivo, anche se lui preferirrebbe frugare nelle mutande della gente per verificare quali genitali siano presenti.
Inizia poi a dire che le persone non devono poter decidere della propria vita, perché a tutte andrebbe imposto il volere di un qualche fondamentalista che si arroga il diritto di parlare a nome di Dio:
E’ fin troppo facile scorgere dietro questa impostazione il disegno di una volontà prometeica, una volontà di potenza che fa dell’uomo l’unico artefice della propria vita.
Per dare la misura della gravità della posta in gioco, basti pensare che l’affermazione del principio di percezione e tutti i suoi derivati, corrisponde a ciò che nella tradizione cattolica da S.Agostino in poi è stato identificato niente meno che come l’essenza stessa del peccato originale: l’uomo che si fa dio di se stesso decidendo lui ciò che è bene e ciò che è male.
Da qui la domanda: vogliamo davvero che la società, il mondo che lasciamo ai nostri figli si regga su principi morali e culturali che sono ultimamente espressione di un atto di superbia? Possibile che gli sfaceli del razionalismo culminati negli orrori del XX secolo non abbiano insegnato nulla?
Che a citare il nazismo sia un tizio che vuole sopprimere la diversità pare aberrante, come appare molto ipocrita il suo accusare di "superbia" gli altri dopo essersi auto-proclamato giudice supremo che deve poter decidere a proprio piacimento quale sia la realtà e che cosa debba essere ritenuto "male".
Ed è così che incalza:
Possibile che nessuno (o quasi) alzi la voce per denunciare che se si ammette che ciascun individuo è un assoluto, cioè sciolto (ab-solutus) da ogni legame in quanto insindacabile artefice della proprio destino, questo porterà a legittimare l’anarchia morale (senza alcuna declinazione moralisticheggiante del termine, non è questo il punto) ossia l’affermazione di una società senza un principio, dove esisteranno tante identità quante saranno le “percezioni di sé’” sottostanti? Col risultato che si imporranno solo i più forti?
E qui non si capisce di cosa parli, dato che tutto lascia intendere che sia lui a volersi imporre sugli altri urlando che lui si sente rappresentanza di una identità maggioritaria, se non proprio di un nuovo arianesimo. Ed è così che inizia a dire che lui vuole che si vieti ogni libertà personale che non piaccia al fondamentalismo, ossia lui chiede che la legge vieti «eutanasia, aborto, gender, fecondazione assistita, eccetera eccetera».
E tra i commenti, immancabile è un tizio che insulta un manifestante lgbt ritratto nella fotografia scelta da Paciolla, dicendo che chi è gay non deve poter essere cristiano. Avessero letto i vangeli al posti di brandirli, saprebbero che diceva Gesù di chi guarda alla pagliuzza nell'occhio del fratello al porto di preoccuparsi della trave che è nel loro....
Classe 1969, Luca Del Pozzo è collaboratore i Tempi, Il Foglio, Formiche.net, Stilum Curiae del vaticanista Marco Tosatti e del blog di Costanza Miriano. Insomma, tutte testate che risultano legate alla ricca lobby dell'integralismo organizzato.