Oggi il senatore Pillon si occupa di cazzi finti. Le vere priorità di quello per cui "l'omofobia non è una priorità"


Quotidianamente impegnato in sua incessante campagna di istigazione all'odio, il senatore leghista Simone Pillon ha ritenuto che la sua priorità odierna fosse quella di occuparsi dei cazzi finti. D'altronde sono anni che Pillon non fa che frugare nelle mutande dei bambini.
Citando come "fonte" il sito ciellino che si occupa di importare la propaganda anti-gay dell'estrema destra evangelica, il leghista dice che sia colpa dei gay se alcuni genitori eterosessuali non torturano i figli trans. Ed è così che scrive:



L'articolo citato è un'accozzaglia di propaganda a firma di tale Patricia Gooding-Williams, in cui la signora scrive:

Peni in poliestere, imbottiti e lavorati a mano, al costo di 6 dollari da mettere nelle mutandine delle bambine in modo che possano provare com'è essere un ragazzo: è probabilmente l’oggetto LGBT più audace per bambine e neonate attualmente in vendita. Ma è anche l'ultimo articolo da aggiungere a un settore in espansione che si rivolge ai bambini con il pretesto di celebrare l'inclusività. Bambole transgender con peni, giocattoli color arcobaleno, vestiti del Gay Pride, libri di storie LGBT; e ora questi peni finti chiamati commercialmente Bitty Bug®Soft Packer (che in italiano suona più o meno “piccolo animaletto morbidoso”): ovvia l’intenzione, dicono i critici, di arruolare i giovanissimi nella crociata LGBT+.

Insomma, come sempre tentano di veicolare l'idea che i gay vogliano «arruolare» i bambini ed omosessualizzarli. Ed ovviamente fanno un minestrone di polemiche, tirando in ballo i liberi che educano al rispetti, i colori del Pride e imprecisati vestiti.
L'articolo inizia disquisire poi sulla misura dei peni dei neonati, stabilendo che il pene di un bambino appena nato «misura 1,5 pollici (3.8 cm)». Iniziano poi a confrontare le misure dei peni, stabilendo che loro non credono siano per adulti perché loro ci riconoscerebbero oggetti per minori.
Provvedono poi a insultare Bethany Ambron, lamentando che abbia creato quegli oggetti per sé stessa e che abbia iniziato a commercializzarli quando altre persone gliele chiesero, dato che gli oggetti in silicone hanno costi proibitivi. Peccato che non si capisca perché i signori de La Nuova Bussola Quotidiana insultino la donna senza tener conto delle esigenze di chi si rivolge a lei o sul fatto che ad essere commercializzati sono peni per adulti che sostituiscono in calzino che numerosi leghisti si saranno infilati nelle mutande per sperare di fare una miglior figura.

Ovviamente Pillon ha omesso le immagini che mostrano come quel prodotto sia parte delle necessità di alcuni uomini transessuali, preferendo usare i bambini per la sua campagna basata sul populismo, sull'ignoranza e sulla derisione delle persone:



Secondo copione, l'articolo elargisce condanne ricorrendo all'"opinione" di una terf, ossia di una di quelle sedicenti "femministe" che si sentono minacciate dalla transessualità. Ed ovviamente anche lei omette che la disforia di genere viene diagnosticata dai medici e che non va confusa con l'adolescenza:

Allo stesso tempo la femminista radicale canadese Anna Slatz in una intervista ha affermato che questi prodotti sono indicativi di tutto ciò che è sbagliato nell'ideologia di genere contemporanea. “I corpi dei bambini sono purtroppo diventati il ​​campo di battaglia di una guerra culturale. Ormoni, interventi chirurgici, bloccanti della pubertà e ora anche peni finti, tutto è offerto per alleviare il disagio che un bambino ha per il suo corpo. A nessuno è permesso mettere in dubbio l'origine di questo disagio, o proporre una soluzione alternativa a queste”.

E dopo la sua grande digressione sui peni, il senatore leghista sfodera un'immagine pescata chissà dove in cui tenta di sostenere che Gesù sia felice quando Salvini gradisce rosari durante i convegni e pianga davanti a chi chiede rispetto e tolleranza verso le minoranze. Rilanciando i suoi slogan sul fatto che i gay dovrebbero essere anti-islam come i leghisti al posto di pensare a come Ratzigher si è inventato il codice del catechismo che i fondamentalisti usano per "giustificare" l'omofobia, scrive:



E perché non va lui nelle moschee. E perché il suo Salvini non brandiva i suoi rosari quando andava per moschee a cercare voti?



La foto mostra Matteo Salvini in via Padova 144, in quella che oggi chiamerebbe "una moschea abusiva da abbattere con una ruspa". Era in compagnia di Gueddouda Boubakeur (esponente di primissimo piano di molte delle associazioni nel mirino oggi e parlamentare in Algeria di un partito di ispirazione islamica) di Abdelwahab Ciccarello, dirigente di Islamic Relief e Abdullah Tchina imam di via Padova, della Moschea Mariam e fondatore del CAIM – Coordinamento Associazioni Islamiche di Milano e Monza e Brianza.
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