Pillon: «Io e De Mari vittime della magistratura per aver detto la verità sui gay». Dissero che i gay sono simpatizzanti della pedofilia e adescatori di minorenni
Se c'è da vomitare ogni volta che Pillon spaccia il fondamentalismo organizzato che si batte contro le famiglie per un fantomatico "movimento pro-family", è ancor più disgustoso vederlo andare dai suoi amichetti dell'organizzazione forzanovista Provita Onlus a dire che lui si sente vittima di chi l'ha denunciato dopo che occultò del materiale per sostenere che i gay fossero "adescatori di minorenni" durante alcuni convegni di istigazione all'omofobia.
Il leghista ha avuto il coraggio di affermare:
Sì, purtroppo ci sono state vicende giudiziarie molto, molto pesanti e controverse che hanno visto la condanna di esponenti del mondo pro life e pro family, rei di aver semplicemente detto la verità. In un caso, il protagonista sono stato io, in un altro, lo è stata la dottoressa Silvana De Mari, condannata soltanto per aver detto la verità fisiologica riguardo ai rapporti intimi uomo-uomo. Penso poi al professor Gandolfini, anche lui condannato in primo grado e ora in attesa di appello. Vi sono stati anche vari casi di psicologi, sottoposti a procedimento, per aver osato mettere in discussione i dettami del gender, come, ad esempio il dottor Gilberto Gobbi, che purtroppo ci ha lasciati poco più di un anno fa, o il dottor Giancarlo Ricci, che ho avuto l’onore di difendere davanti al Consiglio dell’Ordine degli Psicologi di Milano e che siamo riusciti a far prosciogliere per un solo voto. È chiaro che metterne sotto processo uno, ne educa cento: la gente cerca di non avere rogne, quindi sanno perfettamente che, andando a toccare i temi sensibili del gender, si ritrovano a dover fronteggiare l’aggressività delle associazioni lgbt, le quali, in questo modo, riescono a mettere a tacere qualsiasi forma di dibattito.
Parlando del suo aver sostenuto che i gay fossero "adescatori di bambini",
«Sono stato sottoposto a un processo attualmente pendente in Cassazione, quindi sono stato condannato in primo grado a risarcire i danni alle associazioni lgbt per una presunta affermazione omofoba. Queste associazioni si erano recate presso una scuola della provincia di Perugia in occasione di un’assemblea contro il bullismo omofobico; in realtà, senza avere nessun dato nessun tipo di informazione ai genitori, avevano messo a disposizione degli studenti minorenni del materiale che lasciava ben poco all’immaginazione, in cui si mettevano a conoscenza i ragazzi di meccanismi della relazione omosessuale: come aumentare il piacere del partner, come usare i sex toys o i dental dam, tutte cose veramente intime e personali, che i genitori ben potevano e dovevano conoscere, prima di autorizzare i figli a partecipare all’assemblea. Il risultato di tutto questo? Pillon condannato in primo grado per aver criticato l’iniziativa.
No. Pillon non è stato condannato per aver criticato l'iniziativa. È stato indagato per aver falsificato il materiale mostrato durante il suo comizio, per aver sostento che i volontari fossero "adescatori di minorenni" e per aver diffamato onesti cittadini.
A quel punto passa a negare che esiste omofobia, citando quei dati Provira sventola da annianni nonostante l'Oscad abbia chiarito che non l'assenza di una legge non rende
Sulle aggressioni, ho chiesto i dati ufficiali all’OSCAD, l’organismo deputato a monitorare le discriminazioni a sfondo omofobo: in Italia sono state appena 66 in due anni. Certo, anche una sola aggressione è esecrabile, il problema è che, in un anno, a fronte di 33 aggressioni a sfondo omofobo, abbiamo circa un milione e mezzo di furti e numeri molto importanti di violenze contro le donne.
Credere che in Italia ci siano state solo 33 aggressioni omofobe è un'assurdità così grande da risultare patetica.
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