Ma gli adinolfiniani sanno solo insultare e offendere?

Se non passassero le loro giornate a molestare i ragazzini gay chiedendo che si impedisca qualunque forma di educazione al rispetto nelle scuole, i seguaci di Mario Adinolfi farebbero quasi pena. D'altronde gente così ossessionata dalle mutande altrui non deve certo avere una vita felice, soprattutto quando rinunciano a vivere la loro vita pur di impicciarsi della vita altrui e cercare di danneggiarla il più possibile.
Aizzati dal loro Mirko De Carli, li troviamo a sfogare la loro rabbia repressa e la loro indole rabbiosa contro Gayburg attraverso quei soliti insulti con cui loro vorrebbero sopperire alla loro carenza di argomentazioni. Inizia la carrellata la solita Sara Reho, la quale sembra eccitarsi nel lanciare le sue solite e continue accuse di diffamazione (ovviamente mai argomentate):

Se forse la signorina Reho avrà la fortuna di conoscerci quando dovrà rispondere davanti a dei giudici delle sue frasi diffamatorie, il suo Mirco De Carli ci diffama dicendo che saremmo imbecilli dato che lui sostiene che Eco si riferisse a noi parlando di utenti social che dicono stupidaggini. Buffo, perché qualcuno potrebbe anche pensare che lo scrittore potesse riferirsi a persone come loro:

C'è chi dice che inviare feti di plastica abortiti ai parlamentari sarebbe "opinione", con ovviamente il solito seguito di insulti:

E proseguono le offese, con un tizio che vuole denunciare chi dice che Adinolfi è omofobo. Ovviamente dice poi che lui ha deciso che l'aborto sarebbe omicidio anche se la legge dice altro, dimostrando ancora una volta la loro prepotenza:

E gli insulti proseguono incessanti:

Ed anche qui si inventano fantomatiche accuse di diffamazione, nonostante molti dei loro commenti sarebbero facilmente querelabili. Con il senatore leghista Simone Pillon, la situazione non migliora. I suoi seguaci paiono infatti dei diffamatori seriali:

Non c'è un solo messaggio che non paia querelabile per diffamzione.


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