Sara Reho accusa di «fascismo arcobaleno» ogni dissenso all'ideologia suprematista di Adinolfi


Sara Reho, in qualità di esponente del partito omofobo di Mario Adinolfi, sostiene che i reati d'odio sarebbero una "libertà di espressione" e assicura che la discriminazione sia "costituzionalmente garantita". Nella fattispecie, lei chiede che ai gay sia negata pari dignità, che nelle scuole si debbano indottrinare i bambini all'intolleranza e che lei debba potersi divertire a parlare al maschile delle donne trans con l'unico fine di offenderle.
Ma è dinnanzi ad una lecita manifestazione di dissenso contro gli jihadisti dell'omofobia che la signorina starnazza istericamente che gli altri non devono poter manifestare dissenso perché lei ci vedrebbe «fascismo arcobaleno» contro il pensiero unico delle lobby integraliste:



Da notare è come paia divertirsi un mondo a irridere la tolleranza e il contrasto al sessismo. Ma peggio di lei ha fatto Mirko De Carli, il quale dice che Facebook l'avrebbe censurato perché lui avrebbe rivelato la «Verita» di cui si proclama massimo detentore:



Esattamente, quale fantomatica "verità" avrebbe rivelato scrivendo insulti omofobi? E non sarà che si è fatto sanzionare apposta per fingersi martire dell'odio omofobo? E perché insiste nell'aizzare i suoi seguaci contro Gayburg per le condivisibili decisioni di Facebook?
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