Sara Reho accusa Facebook di «fascismo arcobaleno» perché hanno sospeso De Carli per istigazione all'odio


I fatti sono semplici. Mirko De Carli ha pubblicato una lunga serie di offese omofobiche, spiegando solo tra i commenti che aveva citato un passo decontestualizzato del film "Philadelphia" come pretesto per insultare interi gruppi sociali. Facebook ha deciso che quel post violava le regole della comunità e lo ha richiamato.
Lui ha dunque riproposto tale e quale quel messaggio, dicendo che lui se ne fregava delle regole perché lui vuole comandare in casa degli altri. Facebook l'ha così sanzionato per aver reiterato la sua violazione:



A detta di Sara Reho, Facebook non deve permettersi di far rispettare le sua regole, accusando altri della responsabilità della decisione. L'esponente transfobica del partitino omofobo di Mario Adinolfi dice sia colpa di un fantomatico «fascismo arcobaleno», anche se in realtà De Carli ha firmato un accordo con la società statunitense in cui si dichiarava d'accordo con regole che ha violato. Ed è un po' surreale vedere la signorina che parla di «pro lgbt» in quel suo sostenere si possa essere contrari ad un orientamento sessuale naturale.
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