Donna trans denuncia abusi in carcere, ma l'agente dice di essere stato adescato e il pm archivia il caso
Mentre Salvini continua a schierarsi dalla parte degli agenti penitenziari di Santa Maria Capua Vetere che sono stati beccati a umiliare, lanciare urina e prendere a manganellate decine di detenuti, dal carcere di Ivrea giunge la denuncia di una detenuta trans che sarebbe stata obbligata con la forza ad offrire sesso orale ad un poliziotto.
«Mi diceva che se non l’avessi fatto mi avrebbe rovinato, che mi avrebbe fatto perdere il lavoro o avrebbe fatto trasferire il mio compagno», racconta. Ha anche cercato di portare delle prove, consegnando un pezzo di carta igienica sporco di sperma che la scientifica ha appurato appartenesse alla guardia.
L'agente di polizia ha raccontato agli investigatori che: «Ho avuto un momento di debolezza. Mi ha fatto delle avances e io ho ceduto facendomi masturbare in un'occasione. Voleva ottenere piccole agevolazioni in carcere». Agevolazioni che l'indagato assicura di non aver concesso nonostante il rapporto sessuale.
Il pm ha creduto a quella storia ed ha chiesto l'archiviazione del procedimento. Nella richiesta accolta dal gip, si legge: «Non vi è prova che lo sperma acquisito dalla parte offesa sia frutto di violenza sessuale ai suoi danni, perpetrata anche solo mediante abuso di autorità quanto invece che possa pervenire da quel rapporto sessuale che il querelante avrebbe praticato all'indagato cogliendolo di sorpresa in un momento di debolezza».
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