La Chiesa Ortodossa denuncia il Roma Pride, sostenendo che il cristo lgbt sia una «offesa alla religione»
La chiesa Ortodossa, il cui primate italiano è Alessandro Meluzzi, ha annunciato di aver denunciato il ragazzo che ha osato portare un Cristo arcobaleno al Roma Pride. Nella querela presentata dall'arcivescovo Filippo Ortenzi, si sarebbe trattato di «offesa alla religione, mediante vilipendio delle persone (di cui all’art. 403 c.p.) e delle cose (di cui all’404 c.p.)».
La loro teoria è semplice: dato che loro sostengono che Dio sia malvagio e omofobo, chiunque sostenga il contrario sarebbe blasfemo in quanto crede a dio e non a Putin. Ed è così che nella loro denuncia parlano di un «corteo aperto da un ragazzo travestito da “Cristo lgbt” con stimmate colorate e bandiera arcobaleno, oltre alla croce portata sulle spalle ed un simbolo fallico al posto della scritta INRI. Detto ragazzo indossava calze a rete e “tacco12”».
Forse attingendo le loro informazioni dai social e dai giornaletti di estrema destra, devono aver fatto un po' di confusione dato che in quella denuncia parlano di due diverse persone, apparse lo stesso giorno a Roma e Milano. L'uomo da loro denunciato, infatti, non aveva una croce né calze o tacchi. Quello a Milano, invece, non aveva simboli strani, ma solo una croce su cui erano stati riportati tutti gli insulti che subiscono i gay.
Inoltre l'accusa non pare reggere, dato che il vilipendio (che esiste sono in Italia e in alcuni Paesi islamici) prevede che si manifesti disprezzo volontario, attraverso offese fini a sé tesse. Ma non può essere ritenuto "villipendio" ciò che non è offensivo anche se Adinofli e Pillon dicono si sentirsi offesi da chiunque ipotizzi che Gesù non sia omofobo quanto lo siano loro.
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