Provita palesa la sua indole suprematista: «Noi difensori del primato nazionale della famiglia naturale»
Provita Onlus ringrazia Renzi per il suo contributo all'omofobia dopo che il ddl Zan era stato sottratto all'ostruzionismo leghista e alle «molte audizioni richieste dal centrodestra in Commissione Giustizia». Così dicono loro, anche se ormai è opinabile usare il termine "centro" per definire l'estremismo di Salvini e delle sue politiche filo-russe.
Ma in mezzo alle varie disquisizioni su come loro vogliono che si neghi protezione a chi è vittima di violenza sulla base dell'identità di genere, scrivono anche:
Simili, incoraggianti consapevolezze non devono tuttavia far perdere di vista ai pro family quale sia il vero scopo, e cioè non ritoccare, ma affossare il ddl Zan. Una norma che introduce il bavaglio per i difensori del primato nazionale della famiglia naturale; che prepara la strada all’utero in affitto; che introduce forme inaccettabili di indottrinamento gender nelle scuole, e via di questo passo.
Per la prima volta, l'organizzazione di estrema destra di Toni Brandi e Jacopo Coghe ha ammesso che loro vogliono promuovere un suprematismo, in quel loro sostenere che "naturale" sarebbe sinonimo di "eterosessuale". Quindi non c'entra nulla il fantomatico "gender" o quella GpA che li infastidisce solo se ad accedervi è un gay, a loro interessa sostenere la supremazia della razza padana, eterosessuale, patriarcale e bianca!
Sempre sostenendo che il contrasto ai crimini d'odio sarebbe ritenuta "inutile" dai suprematisti eterosessuali, scrivono anche:
Lo stallo in cui si trova oggi la legge arcobaleno al Senato – stallo, urge ribadirlo, che purtroppo non riguarda il ddl Zan tout court, bensì il ddl Zan solo come attualmente formulato -, se da un lato costituisce senza dubbio un elemento incoraggiante, dall’altro non deve alimentare facili e, soprattutto, prematuri entusiasmi. La strada per togliere di mezzo questa legge inutile e ideologica, infatti, è ancora lunga e i suoi promotori, come prova l’immensa potenza di fuoco mediatica di cui sono stati fin qui capaci, tutto sono fuorché arrendevoli.
Tuttavia, ecco il punto, se fino a non molto tempo addietro pareva che il ddl Zan fosse sostanzialmente inattaccabile, oggi, grazie alla mobilitazione di tante e multiformi realtà – dai giuristi financo liberal alle femministe, dalla Santa Sede, con la sua nota diplomatica, fino naturalmente a ProVita&Famiglia – la musica è cambiata.
Dicono anche che la loro organizzazione, i loro giuristi e una Santa Sede che ha rilanciato la loro falsa testimonianza siano il motivo per cui tutti quei gay che vengono picchiati per strada non troveranno mai giustizia. E se ne vantano pure!