Silvana De Mari incommentabile: «Quando è arrivato l'Aids, non hanno chiuso le dark-room»
Da circa due anni la signora Silvana De Mari se ne sta chiusa in una soffitta a produrre video negazionisti che incitano all'irresponsabilità no-vax ed estrema destra.
Quando non è troppo impegnata a distruggersi casa scagliando libri contro i mobili mentre urla istericamente, la signora ama raccontare che tutti i medici del mondo non capirebbero un tubo perché lei sarebbe la detentrice della verità su fantomatiche cure basate sulle teorie di Salvini e di Bolsonaro che lei sostiene possano guarire dal Covid-19 anche se tutto il mondo scientifico dice il contrario.
Oltre a spararle sempre più grosse, diventa anche sempre più volgare. E davvero i populisti vorrebbero essere curati da questa tizia?
Insultando la Lucarelli, i medici seri e chiunque si vaccini, la signora ha registrato uno die quei soliti video in cui dà degli «stronzi» a chi prende il raffreddore, aggiungendoci un «porca puttana» assicurando che «domani mi confesso» e dunque posso dire tutte le parolacce che voglio. Ovviamente dice che il green pass è un'offesa a quegli irresponsabili che le hanno dato retta e non si sono vaccinati, aggiungendoci un: «Coglioni, state chiusi in casa voi. Se avete paura della malattia, vi chiudete nel cesso a doppia mandata».
Spiega che a lei non frega nulla se «qualcun altro muore di Covid» per colpa sua. Afferma che la vaccinazione sia dannosa perché «è la malattia che dà l'immunità». Peccato che chi ha avuto il Covid possa riprenderlo.
Poi inizia a associare l'Aids ai gay, vomitando una serie di idiozie che fanno rabbrividire. Dice: «Quando è arrivato l'Aids, non hanno chiuso le dark-room. Perché? Perché la libertà è sacra».
In realtà non si sapeva neppure che l'Aids fosse a trasmissione sessuale, così come in alcuni stati si viene arrestati e accusati di omicidio se si è sieropositivo e si fa sesso non protetto senza informare il partner. Il risultato è questa porcheria:
Chissà che cosa aspetta l'Ordine dei medici a radiarla.
Leggi l'articolo completo su Gayburg