Tokyo 2020, la judoka Alice Bellandi ha fatto coming out
In corsa per una medaglia ai giochi olimpici di Tokyo 2020, la judoka Alice Bellandi ha fatto coming out dalle pagine de La Repubblica. La 22enne bresciana ha raccontato di aver capito il proprio orientamento sessuale all'età di 15 anni, grazie ad un'amicizia che si è ben presto tramutata in amore.
«I miei genitori l’hanno capito da soli, non mi hanno detto nulla se non “l’amore è amore”. Il mondo sta cambiando, in meglio. La società sta diventando più libera, serena su questo aspetto e lo sport sta perdendo anche la sua aura machista per diventare davvero un posto inclusivo, per tutti», ha dichiarato. «Lei lavora in un chiosco non lontano dal centro tecnico federale di Ostia, dove mi alleno. Ci siamo viste, conosciute, piaciute. È stata la prima ragazza che ho portato a casa, a Brescia, a far conoscere ai miei genitori. Aveva voglia di essere qui a Tokyo, sarebbe venuta con mia madre, ma non avrebbe avuto senso, il pubblico non c’è alle gare e nel villaggio siamo barricati. Ci sentiamo di continuo, lei si è tarata sugli orari giapponesi, non dorme più».
Osservando come le donne siamo più dichiarate degli uomini, Alice ritiene che un amore lesbico sia più socialmente e mediaticamente accettato «in modo particolare proprio nello sport, dove, come dicevo, l’uomo deve sempre essere muscoloso, forte, fare paura. Nel judo all’ennesima potenza, poi: per noi il contatto fisico è tutto, è uno sport basato su quello, e per me è una cosa bellissima, ma mai una donna, sapendo che sono lesbica, si ritrarrebbe da una mia presa. Per gli uomini è diverso: immaginate cosa succederebbe se un ragazzo affrontasse un avversario sapendo che quello che ha di fronte è gay. Mi viene da ridere. Noi donne siamo molto più avanti».
Riguardo al ddl Zan tenuto in ostaggio dalla lega e da Pillon, Aliec aggiunge: «È un provvedimento sacrosanto. Istituire il reato di discriminazione omofoba sarebbe un deterrente contro l’arretratezza che ancora si annida in angoli del nostro Paese».