Adinolfi dice che lui vuole riportare l'Italia indietro di mezzo secolo
Populista come sempre, Mario Adinolfi si è messo a starnazzare istericamente che il problema del mondo è che le donne non siano sottomesse agli uomini, che non si obbligano le donne a creare schiere di figli non voluti (ma solo dopo aver vietato quei figli voluti che lui non vuole possano nascere) e che ai malati terminali non siano inflitte atroci sofferenze contro la loro volontà per compiacere le sue pretese.
Insomma, a lui fa schifo la libertà mentre ripete ossessivamente che i crimini d'odio sarebbero "libertà" dato che gli procurano quei soldi che pare schifare solo a parole, dopo anni dedicati al gioco d'azzardo.
Piazzandoci pure una fotografia della sorella suicida, usata per mera propaganda, non ci spiega su quali basi giura che quella società sarebbe stata perfetta anche se una la sua stessa famiglia è testimonianza di un disagio, dato che sua sorella si è tolta la vita anche senza avere cellulari e nonostante i malati terminali venissero torturati.
Eppure lui se ne esce con un "si stava meglio quando di stava peggio" mentre racconta che il suo sentimento da bambino possa essere ritenuta un'analisi sociologica dei tempi:
Adinolfi vuole dunque tornare indietro di cinquant'anni, forse eccitato dalla situazione a cui erano condannate le donne dell'epoca. O magari rimpiange come in quell'epoca i maschi potevano tranquillamente picchiare le donne senza finire in carcere?
E chi glielo dice che negli anni Settanta lui non avrebbe potuto divorziare e che le sue ultime figlie non sarebbero mai potute nascere?
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