Adinolfi e Tosatti vogliono un Papa anti-gay al posto di Bergoglio


Adinolfi e Tosatti su decidano: se vogliono sostenere che la nomina del Papa è una manifesta volontà divina, ca cosa servirebbe brigare per essere eletto?



Nel suo articoletto, il sito del vaticanista anti-gay Tosatti inizia a insultare Carlo Maria Martini, sostenendo fosse il preferito da Soros. Omette di dire che l'ex vescovo di Milano non si candidò per i suoi motivi di salute e scrive:

Agli inizi del terzo millennio con Giovanni Paolo II gravato dalla malattia ma ancora saldamente in sella, i media progressisti americani, dando per scontato che il pontefice polacco avrebbe presto tirato le cuoia, iniziarono con almeno cinque anni di anticipo a lanciare in pista la candidatura progressista del cardinale Carlo Maria Martini prefigurando la necessità di un rinnovamento della Chiesa. Le cose andarono diversamente perché nonostante l’appoggio dei salotti radical chic, dei circoli e delle lobby dem americane ed europee, dei media liberal progressisti, di George Soros, Eugenio Scalfari, Ignazio Marino, di Famiglia Cristiana, dei Gesuiti, dei cattocomunisti di ogni ordine e grado, Martini non fu eletto papa (stando ai retroscena non sarebbe stato nemmeno in campo come papabile visto che già allora i porporati progressisti pare gli abbiano preferito Bergoglio) e il conclave elesse Joseph Ratzinger.

Inizia poi a citare Dagospia:

Ora il sito Dagospia, dando quasi per certa una rapida uscita di scena di Papa Francesco per problemi di salute e la rinuncia al pontificato come profetizzato da Antonio Socci, ha riferito che sarebbero già aperti i giochi in vista del prossimo conclave, con una partita a due fra l’attuale segretario di Stato Pietro Parolin, sostenuto dal blocco dei cardinali occidentali e da una parte di quelli latino americani, e l’arcivescovo di Bologna Matteo Zuppi sostenuto invece dai porporati del terzo mondo.

Il motivo per cui Adinolfi e Tosatti apprezzano Zuppi è il suo celebrare messe col rito del 1962 e il suo essere omofobo:

Ma non è tutto, perché negli stessi giorni sempre l’arcivescovo di Bologna interveniva sul Ddl Zan contro l’omofobia chiedendo sostanziali modifiche e, colpo di scena, sembrava offrire un perfetto assist alla Lega. Al punto da ricevere gli apprezzamenti del senatore Andrea Ostellari, commissario del Carroccio in Emilia Romagna e presidente della Commissione Giustizia di Palazzo Madama, incarico che gli ha permesso di rallentare l’arrivo del testo in aula prima della pausa estiva. Eppure si tratta dello stesso Zuppi che i leghisti hanno attaccato pesantemente in passato per aver chiesto moschee per gli islamici e aver lanciato la proposta dei tortellini di pollo in occasione dei festeggiamenti in onore del patrono San Petronio per rispetto nei confronti dei musulmani che vivono a Bologna. Ostellari in un’intervista al Corriere della Sera, non soltanto ha rilanciato l’appello di Zuppi a modificare il testo, ma gli ha espresso pubblicamente la solidarietà della Lega dopo che gli sono pervenuti insulti da parte dei sostenitori della legge.

Partendo dal presupposto che Salvini sia l'incarnazione del volere di Dio, dicono dia positiva la sua omofobia e che sia detestabile il suo rispetto per gli stranieri. Ma il sito di Tosatti dice che lo si dovrebbe elogiare perché amico di Adinolfi e perché parte di quella lobby che sostiene che "naturale" sia sinonimo di "eterosessuale" o che l'odio servirebbe a "difendere" una famiglia bianca ed eterosessuale simile a quella teorizzata da Hitler.:

Da non dimenticare poi che Zuppi vanta ottimi rapporti con il Popolo della Famiglia e con il suo leader Mario Adinolfi, che lo ha difeso quando veniva accusato di essere vicino alle lobby gay per aver scritto la prefazione al libro del gesuita James Martin che apre al riconoscimento delle unioni fra persone dello stesso sesso. Del resto l’arcivescovo di Bologna è stato sempre molto abile nel barcamenarsi fra appelli all’inclusione per le persone omosessuali e difesa della famiglia naturale, riuscendo nell’intento di essere apprezzato dalle organizzazioni arcobaleno come oppositore dell’integralismo del predecessore Carlo Caffarra e dai cattolici del Family Day come continuatore della sua linea pro life. Un campione di acrobazie come pochi.

Sarà, ma pare lecito anche pensare che gli "ottimi rapporti" con un partito fondato sull'odio siano una colpa più che un merito. Tosatti ne conclude che:

E allora forse non è del tutto campato in aria pensare che Zuppi un pensierino sulla successione a Francesco ce l’abbia fatto davvero e che stia cercando di ritagliarsi l’immagine del candidato moderato, che strizza l’occhio ai conservatori, sapendo bene che non voteranno mai Parolin essendo il grande oppositore della messa in latino e il principale ispiratore del motu proprio di Bergoglio. E in un collegio cardinalizio ormai governato da una maggioranza bergogliana dove nessun tradizionalista avrà possibilità di uscire papa, vincerà chi saprà apparire meno progressista dell’altro. E Zuppi pare ce la stia mettendo tutta.

Insomma, è il candidato di chi vuole una Chiesa più integralista dei talebani.
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