I seguaci di Pillon lo esortano a depenalizzare la violenza sulle donne
Anche oggi il senatore leghista Simone Pillon ha cercato voti con i suoi soliti sproloqui populisti, ripetendo ciechi slogan ideologici su inprecisate "famiglie naturali" e fantomatiche "guerre" contro la sua squallida idea di famiglia fondata sul coito vaginale:
Al solito, il leghista attacca il nemico di Salvini perché ha osato contestare il suo padre Maurizio Patriciello, noto per la sua omofobia e la sua fede in Salvini. Ed ovviamente Pillon omette di notare che si stesse parlando di famiglie mafiose, evidentemente da lui ritenute "naturali" e degne di tutele.
Ma se appare noioso commentare i suoi sproloqui quotidiani, ben più preoccupante è come i suoi seguaci lo dipingono come il talebano che garantirà donne sottomesse e aiuterà i leghisti a poter picchiare a sangue le loro mogli:
Che dice Pillon a quei suoi proseliti che gli chiedono di aiutarli a picchiare le loro mogli?
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