Ungheria. Il comitato elettorale accetta i quesiti forvianti con cui Orban vuole istituzionalizzare l'odio omofobico


In un'Ungheria dove Orban ha ottenuto quei "pieni poteri" che vennero chiesti anche dal suo alleato Salvini, il comitato elettorale ungherese ha accettato i cinque quesiti fuorvianti con cui il populista ungherese spera di ottenere un falso consenso alla sua omofobia di stato. In difesa della sua aberrante legge anti-gay ispirata alle norme di Putin, ai cittadini verrà chiesto:
  • Accettate che la scuola parli di sessualità ai vostri figli senza il vostro consenso?
  • Siete a favore della promozione dei trattamenti per il cambio del sesso dei minori?
  • Siete a favore della presentazione, senza restrizioni, di contenuti mediatici a carattere sessuale ai minori, che incidano sul loro sviluppo?
Poi pazienza se quei quesiti sono completamente avulsi dalla realtà e paiono ripetere gli slogan mai comprovati della propaganda integralista. Infatti accettare non significa "promuovere", l'omofobia non aiuta certo lo sviluppo dei minorenni e i genitori hanno un po' rotto con la loro paura che una sana educazione sessuale possa portare le 16enni a non restare gravide.

Ma dato che il populismo è una ideologia che si basa sulla propaganda e non sui fatti, Orban mira a far passare l'idea che l'odio serva a dare “protezione” alle nuove generazioni esattamente come i nazifascisti promettevano di voler "difendere" la razza.
Orban auspica che il referendum svolga prima delle elezioni del prossimo anno, chiarendo come il suo obiettivo sia quello di mettere a frutto l'omofobia a fini di profitto personale, augurandosi che le sue inumane politiche possano conferirgli notorietà anche all'esterno dell’Ungheria per incoraggiare una radicalizzazione delle destre e ottenere il supporto di altri populisti come Salvini o la Meloni. E tutto questo verrà consumato sulla pelle dei più giovani.
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