Adinolfi insulta l'artista non binario di X-Factor, parlando di «stucchevoli ideologie che sfasciano con cretinate alla moda la testa dei ragazzi»
Mario Adinolfi pare intenzionato in quella sua degradante e violenta abitudine ai aizzare i suoi seguaci contro dei ragazzini. Praticamente non esiste gay in Italia che non debba mettere in conto l'idea che il fondamentalista gli vomiterà incontro insulti gratuiti sulla base del loro orientamento sessuale.
Se lo scorso anno il signor Adinolfi insultò pesantemente Blue Felix perché gay, quest'anno se l'è presa con un concorrente non binario, Jathson, accusandolo di cantare «'na ciofecata».
Confermando che lui si proporrà come quello che si diverte ad insultare i ragazzini con pretesti patetici dato che il caso vuole che a finire nel suo mirino siano solo e sempre persone lgbt, scrive:
Pere peraltro surreale che a dispensare simili condanne musicali sia quel tale che, una volta archiviata la sua attività di intervistatore di pornostar, tentò di riciclarsi come cantante incidendo un LP con quattro canzoni che vennero fortunatamente dimenticate nel giro di pochissimo tempo.
Tra i suoi "capolavori" troviamo anche il brano intitolato "Non C’entro" che lo vedeva canticchiare queste parole:
Me dicono ciccione
eppure me rimbalza
perché quando magno
non lascio rimanenza.
Forse peso troppo
e so’ pesante dentro
però di sicuro dico sempre
quel che penso.
Quel che tocco rompo
do’ me siedo casco
perché non esiste che io
salti un pasto.
Lì nun c’è posto
qua invece ce sto stretto
ma che ce posso fà molte volte ho detto non c’entro
In questo mondo non c’entro
c’è poco spazio ma spingo
mi faccio largo e me ne vanto.
Uno che canta 'sta roba ha pure la sfacciataggine di ergersi a giudice mentre insulta e offende dei ragazzini che stanno esordendo nel mondo della musica? Non molestasse i ragazzini e non cercasse di fare soldi incitando alla discriminazione, farebbe anche pena.