Feltri elogia la Palombelli sui femminicidi: «Bisogna accogliere le motivazioni degli assassini»

Mentre Barbara Palombelli si scusa e dice di essere stata fraintesa per le sue parole sul femminicidio, Vittorio Feltri ne elogia il significato colto inizialmente. In un editoriale pubblicato su Libero, il populista scrive:

Ha ragione la Palombelli, altro che biasimarla: si è limitata a considerare che quando c’è un litigio, a prescindere dalle conseguenze, si è sempre in due a provocarlo e prima di emettere sentenze di condanna bisogna esaminare i motivi che hanno scatenato la furia omicida.

Insomma, al solito nega l'influenza culturale che è alla base del femminicidio, sostenendo che la vittima abbia delle colpe quando un marito o un fidanzato la uccide:

Prima di giudicare gli assassini bisognerebbe esaminare con distacco quanto succedeva nella famiglia in cui è avvenuto il fatto di sangue […] Ovvio che chi uccide ha sempre torto,ma è altrettanto ovvio che è indispensabile accogliere le motivazioni che lo hanno spinto ad armarsi la mano di coltello o di pistola.

D'altronde Feltri è tristemente noto per le sue teorie sessiste, le quali lo portarono anche a giustificare gli stupri. Lo ricorda Next Quotidiano, spiegando che:

Non a caso, infatti, sul suo giornale venne ospitato un articolo firmato da Azzurra Barbuto (ora in rotta con la nuova direzione dopo i ripetuti “inviti” alla rescissione del contratto) sul caso Genovese, dal titolo emblematico: “E lo stupro vien da sé“. All’epoca si parlava del caso Genovese e dell’accusa di violenza sessuale (ripetuta) perpetrata – secondo le accuse e le denunce – dal fondatore di Facile.it nei confronti di una giovane ragazza. E la giornalista “preferita” da Feltri puntò il dito contro la vittima andando a rimestare in quei sobborghi di un retro-pensiero di chi cerca le colpe nelle donne per le violenze subìte dalle donne.

E se pare folle negare che un femminicidio abbia origini diverse dai crimini comuni, appare curioso che Feltri non paia interessato ai motivi di chi delinque quando a commettere reati ben meno gravi è un extracomunitario.


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