Il partito di Adinolfi dice che Lega e Fratelli d'Italia perderanno a Milano perché troppo poco omofobi


Mirko De Carli, esponente del partitino omofobo di Mario Adinolfi, pare sempre più intenzionato a strizzare l'occhio alle lobby neofasciste che invitano il suo capo alle loro festicciole in onore di Hitler. Ed è così che, ogni qualvolta non è troppo impegnato a scattarsi selfie elettorali con un qualche superalcolico in mano, non fa che inveire contro i gay e contro chi non li discrimina.

Diffamando ferocemente un imprenditore che lui accusa di essere «lobby arcobaleno», è parlando di «festicciole» e di altri termini che possano irridere i gay che scrive:



Forse De Carli ha letto solo il titolo, dato che il suo discorso non pare avere attinenza con i fatti. In quell'articolo si parla di come il candidato salviniano abbia preso una fotografia scattata in altre circostanze per spacciarla come un suo incontro con gli imprenditori di via Lecco, centro della movida milanese.
Forse preferendo la circonvallazione in quanto più fitta di ragazzine che si vengono acquistate dai padri di famiglia mentre la moglie bada ai bambini, lui ne ricama una storiella surreale che lo porta a sostenere che la Lega perderà a Milano non tanto perché debole in quanto votata solo nelle aree a minor istruzione, ma perché lui dice sarebbe troppo gay-friendly.
Ma forse solo un adinolfiniano potrebbe accusare Lega e Fratelli d'Italia di non essere abbastanza omofobi quanto lo sarebbe il partito di Adinolfi, precisando che loro sono è per la sistematica discriminazione di chiunque non sia espressione del proprio elettorato.

A quel punto, De Carli si mette ad usare anche il papa raccontando che il problema del nostro tempo non sono la fame, la guerra e la pedofilia nella chiesa: l'unico problema è che l'identità altrui sia accettata anche se De Carli non vuole.
Ci spiega che il suo obiettivo è vietare alle donne transessuali di poter cambiare sesso, sostenendo che il bene collettivo non siano quelle vaccinazioni che salverebbero vite umane ma la sistematica discriminazione di chi è a lui sgradito:



Al solito, promette che chi è integralista, omofobo e intollerante deve votare il suo partitino perché loro garantiscono sistematiche discriminazioni che forse faranno sembrare i talebani e i loro alleati ungheresi dei moderati al loro confronto.
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