La Cassazione ha stabilito che masturbarsi in treno davanti a una donna non è reato
La Sesta sezione penale della Cassazione ha stabilito che masturbarsi in treno davanti a una donna non è reato, perché «l’interno di un vagone ferroviario non può essere ritenuto un luogo abitualmente frequentato da minori» e dunque non potrebbe riscontrarsi l’accusa di «atti osceni».
Le motivazioni sono state depositate il 2 settembre e riguardano il caso di una donna che si rivolse agli agenti della polizia ferroviaria segnalando un uomo che si stava masturbando a bordo del treno in sua presenza. L'uomo è stato arrestato, anche in virtù del suo aver dato in escandescenza all'arrivo degli agendi. All'atto dell'arresto gli venne anche notificato il reato di atti osceni in luogo pubblico, perpetrati «con il chiaro intento di molestare la donna».
Quell'ultima accusa è però decaduta davanti alla corte del tribunale, dato che il giudice ha ritenuto non ci fosse «il pericolo che i minori assistessero alla condotta». Il caso è così finito in Cassazione su ricorso del procuratore. ma la Corte ha sottolineato che «per 'luogo abitualmente frequentato da minori' non si intende un sito semplicemente aperto o esposto al pubblico dove si possa trovare un minore, bensì un luogo nel quale, sulla base di una attendibile valutazione statistica, la presenza di più soggetti minori di età ha carattere elettivo e sistematico».
Pertanto i giudici hanno stabilito che «nel caso di specie, va escluso che il dato luogo in cui il ricorrente ha tenuto la condotta comporti la integrazione del reato in questione».