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Busto Arsizio, l'Asl dovrà risarcire l’infermiera vittima di omofobia da parte di un primario

Il tribunale di Busto Arsizio ha emesso la prima sentenza lombarda che riconosce una vittima di molestie a causa del proprio orientamento sessuale. I giudici hanno infatti condannato l’Asl della Valle Olona al risarcimento di 10mila euro per danno subito a causa dell'omofobia di un superiore diretto.
L’infermiera, responsabile dell’ambulatorio di ginecologia e ostetricia, ha subito pensatissime ritorsioni dal suo capo ed è stata costretta a numerosi trasferimenti tra i vari reparti nonostante gli attestati di stima dei colleghi.
Nel dicembre del 2019 la situazione precipita e all’infermiera viene proposto un trasferimento a causa di incompatibilità caratteriale con il primario. «Da che ero responsabile dell’ambulatorio di ginecologia e ostetricia con cinquemila pazienti mi hanno mandata a fare tamponi in un parcheggio», racconta la vittima. Così, dopo una denuncia per abuso di ufficio e violenza privata l’infermiera si è rivolta al giudice del lavoro.
L’avvocato Ganzarolli, che assiste legalmente l’infermiera, dichiara che «si tratta di una sentenza importante perché afferma che una lavoratrice non deve esser costretta a subire in silenzio le battute offensive e ostili del proprio responsabile che, per il suo ruolo, crede di poter trattare i sottoposti in modo svilente».


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