Cascioli rivela che la lettera della Cei contro il ddl Zan è stata commissionata da Jacopo Coghe
Con un po' di ritardo, il camerata Fabio Tuiach si è accorto che le lobby fasciste sono riuscite ad affossare il ddl Zan. Citando il giornaletto di Riccardo Cascioli, lo scaricatore di porto inizia a starnazzare che i gay sarebbero demoniaci e che abbia fatto bene Pillon a difendere chi li aggredisce o li discrimina:
Sul suo dito, Cascioli preferisce dire che Pillon sarebbe un vero "cattolico" perché omofobo, lamentando non abbia impedito le unioni civili che dicono promuova una tolleranza a loro sgradita:
“Abbiamo vinto!”: il sollievo di associazioni e singoli cattolici impegnati a bloccare il disegno di legge Zan sull’omofobia, che avrebbe introdotto ulteriormente – dopo la legge Cirinnà - l’ideologia gender nel sistema giuridico italiano, è comprensibile. Il disegno di legge, però, non è stato affossato perché ritenuto ingiusto secondo le motivazioni di chi ora esulta. Motivazioni, in buona sostanza, di diritto naturale, ma per una serie di convergenze di atteggiamenti politici che hanno fatto girare la ruota in questo senso.
Secondo l'ideologia di Cascioli, il fantomatico "diritto naturale" sarebbe una legge non scritta che impone il volere dei fondamentalisti. La tesi sostenuta è che quella "legge," sancisce che chi non è come Cascioli sia sbagliato.
Lamentano così che l'omofobia non sia ritenuta cosa buona e giusta:
La vittoria non è stata culturale, mentre alla lunga contano veramente solo le vittorie culturali, quelle ottenute perché alcune idee sono diventate patrimonio comune. Se così fosse stato, potremmo dormire sonni tranquilli per il futuro dopo l'affossamento dello Zan, mentre invece sappiamo che lo scontro è solo rimandato, che c'è stata una battaglia vinta, ma la guerra è tuttora in corso. Da qui a quando essa riprenderà, sarà sempre sulla cultura politica che si dovrà insistere.
In pratica, vorrebbero leggi alla Orban. Dicono poi che il cristiano Pillon dovrebbe essere ritenuto dio e si dovrebbe accusate di blasfemia chi pensa che il suo odio non piaccia a Gesù
I cattolici che hanno lottato lo hanno fatto nella solitudine e perfino nel disprezzo dell'apparato ecclesiale ad ogni livello, ma soprattutto ai livelli superiori.
Disprezzo che si nota benissimo, per esempio, nell'editoriale di ieri del direttore di Avvenire Marco Tarquinio. I cattolici che hanno lottato contro l'approvazione del disegno di legge Zan, sono chiamati da Tarquinio “odiatori e menatori seriali”, “seminatori di slogan a buon mercato”, autori di “violenza verbale”. L'archiviazione dello Zan “non è un bel giorno per la società italiana”: così sostiene Tarquinio secondo cui c'è stata come una scatola spaccata a metà, da una parte gli “ideologi dell'indifferenza”, ossia i sostenitori dell'equivalenza delle relazioni sessuate, e dall'altra, appunto, gli “odiatori e menatori seriali”.
Se bisogna elogiare chi chiama gli omofobi col loro nome, la setta di Cascioli dsancisce che il rispetto sarebbe "male" e che il che picchiare i ragazzini gay sarebbe "bene":
Lamentare che in questa occasione è mancato il dialogo, come fa appunto Tarquinio, significa negare l'esistenza di leggi talmente ingiuste da interdire moralmente lo stesso dialogo, se non nella versione della disputa, dato che il dialogo non può mai farsi a proposito del male, ma solo nel bene. Il disegno di legge Zan era una di queste leggi, la piccola avanguardia l'aveva capito, i media dell'apparato ecclesiale no.
Sempre dicendo che la loro idea di "cattolico" è Pillon, proseguono:
Quando si lotta in pochi, il merito aumenta. E quindi onore al merito a quanti, specialmente tra i cattolici, si sono impegnati. Però bisogna essere consapevoli che non si avrà l'appoggio della Chiesa organizzata, delle strutture diocesane e pastorali quando si intraprendono simili battaglie. Bisogna farle sulla propria pelle e questo è stato ampiamente dimostrato dalle vicende che si sono concluse con l'affossamento di un testo di legge intrinsecamente iniquo che l'apparato ecclesiastico voleva limitarsi a modificare qua e là.
Il giorno precedente la votazione in Senato che ha condannato a morte il disegno di legge Zan, la Congregazione per la Dottrina della Fede aveva inviato una lettera a Pro Vita & Famiglia, precisando una cosa che purtroppo non precisa nulla, ossia che sulla questione gender i cattolici devono rifarsi al Magistero. La cosa era ovvia già prima della precisazione. I problemi stanno altrove. Spesso su queste cose il magistero stesso non si rifà al magistero precedente.
E qui si scopre che c'era l'organizzazione forzanovista di Jacopo Coghe dietro quel tentativo di usare la religione per discriminare.