De Carli definisce "storica" la carnevalata di Adinolfi contro Cappato
Mirko De Carli pare avere uno strano concetto di "evento storico" dato che fa rientrare in quella definizione la degradante carnevalata che ha visto il suo Mario Adinolfi gettarsi sui giornalisti che intervistavano Cappato nella speranza di mendicare visibilità mediatica sulla pelle dei malati terminali.
Il fondamentalista ha infatti deciso di irrompere con efferata violenza tra i giornalisti, forse confidando nella paura che la sua massa avrebbe potuto incutere in chi avrebbe visto la morte negli occhi all'idea di poter finire sotto quel peso. A quel punto ha iniziato a urlare istericamente che a lui non sta bene che gli italiani possano chiedere l'abrogazione della norma che infligge atroci agonie ai malati terminali contro la loro volontà:
Se un De Carli che accusa l'eutanasia di aver fattoi vittime tra i malati terminali è tragicomico, la situzione pare degenerare davanti al suo sostenere che ciò che dice Adinolfi sarebbe vero solo perché lo ha detto lui. Poi pazienza se bastano pochi neuroni per comprendere come la sua narrazione sia infarcita di menzogne, lamentando che il referendum sua abrogativo e non propositivo nonostante la seconda tipologia non sia prevista dal nostro ordinamento.
E se De Carli potrà liberamente soffrire come un cane se Dio gli riserverà un qualche brutto male, liberticida è il suo pretendere che agli altri debba essere inflitta la sua volontà.
Se la sofferenza altrui è spesso considerata un'occasione di business da parte del fondamentalismo di estrema destra, De Carli pare trarne anche piacere personale. Solo poche ore prime si diceva estasiato alla vista di un animale torturato inutilmente:
Quindi vedere un granchio che si contorce dopo essere stato ferito lo eccita? Allora è chiaro perché pretenda che ai malati siano inferte atroci e inutili sofferenze.
Non va meglio con Adinolfi, il quale sostiene che l'invalidità dei malati vada messa a frutto per imporgli la sua volontà. Eppure sua sorella fu libera di suicidarsi, mostrando come il suicidio sia un'opzione che esiste sempre e che la gente decide di non percorrere. Il fatto che lui voglia togliere quell'opzione a chi è invalidato è un atto di inumana perfidia e violenza.