L'ultima di Sara Reho: «L'omofobia non esiste. Il ddl Zan porterebbe guai all'Italia perché non piace al Vaticano»
Sara Reho giura che l'omofobia non esisterebbe. E se l'assunzione pare andare oltre ad ogni più depravato nagazionismo, da vomito e come a defecare quella tesi sia una ragazzetta che si atteggia da prepotente e maleducata mentre si diverte a molestare i ragazzini gay 9 a parlare al maschile delle donne trans.
Palesemente dedita ad offrire la sua falsa testimonianza a danno delle vittime di odio, risulta capace di sostenere che l'estensione delle aggravanti a chi commette reati dettati dell'orientamento sessuale o dell'identità di genere delle vittime sarebbe una legge «metterà in galera tutti coloro che non si sottometteranno completamente ai diktat arcobaleno». Evidentemente è infastidita da come i gay non vogliano essere mandati in ospedale da quei fascisti che invitano il loro capo ai loro festini neonazi.
Se la prende pure con Salvini e con la Meloni sostenendo che «alla Camera il ddl è passato perché il cdx ha avuto parecchi codardi che hanno preferito essere assenti ingiustificati al posto di andare al lavoro e combattere una delle battaglie per cui i cittadini li hanno votati».
Se non sapevamo che i cittadini abbiano votato Salvini per garantire impunità ai delinquenti omofobi, la maggioranza alla Camera era molto ampia ed Ddl Zan è stato approvato lo scorso 4 novembre con 265 voti favorevoli, 193 contrari e un solo astenuto. Inventarsi che tutti gli assenti sarebbero stati omofobi intenzionati a garantire impunità ai fascisti violenti pare un'idea più sua che una verità da urlare a nome del partito di Adinolfi.
Il suo sproloqui diventa ancor più surreale quando inizia a dire che l'Italia deve garantire il pestaggio dei ragazzini gay perché lo ordina il Vaticano. Ed è buffo dica che a prendere che il Vaticano venga a comandare a casa nostra dovrebbero essere quei populisti che elogiano una Polonia che vuole violare la Costituzione europea sostenendo che i trattati internazionali siano carta straccia.
Fatto sta che l'esponente del partito di Adinolfi scrive:
Chissà quale ferita ha portato la signorina Reho a nutrire così tanto odio e così tanto astio verso i gay. E chissà come vivrà male nel suo trascorrere le sue giornate a rimuginare sul suo disprezzo verso il prossimo.