Sara Reho: «Il ddl Zan era contro la Verità. Le trans non sono donne e vanno aiutate essere maschi»

Sembra evidente che la signorina Sara Reho, esponente del partito omofobo di Mario Adinolfi, detersi le donne trans e ami trascorrere le sue giornate a ripetere che lei ordina che gli si impedito di poter fare sport, di poter andare in bagno o semplicemente di vivere. Inoltre la eccita un mondo parlare di loro al maschile, quasi come se l'essere irrispettoso ed offensiva fosse la sua unica ragione di vita.
Ovviamente felice perché Pillon ha ottenuto la depenalizzazione dell'istigazione all'odio, la signora Reho ha pensato di festeggiare con un messaggio intriso di odio:

Ci vuole davvero molta ignoranza o molta malafede per spacciate il male come un «aiuto» a chi lei vuole non possa esistere. Ed e davvero imbarazzante il suo starnazzare che la gente andrebbe «aiutata» a fare ciò che lei le ordina.
Drammatico è anche il constatare quale grave livello di ignoranza ostenti la signorina, peraltro trovandola a festeggiare un Pillon terrà in quella stessa ignoranza altri bambini dopo aver chiesto che nelle scuole sia impedita qualunque forma di educazione al rispetto.
Pur di negare l'identità di genere, si inventa che le persone andrebbero costrette con la forza a vivere in un corpo non loro. Lo fece anche Money e portò al suicidio la sua cavia. La signora Reho dovrebbe saperlo dato che il suo Adinolfi ha raccontato quella storia per anni, ovviamente omettendo la distinzione tra ciò che è consensuale o coercizione.
Ma lei non pare preoccupata da qualche ragazzina che si suiciderà a causa sua, preferendo dire che l'esistenza stessa del prossimo andrebbe intesa come una "costrizione" a chi è intollerante.
Si inventa poi che la legge tutelerebbe tutti, anche se non riconoscerà la matrice d'odio o il fattore di rischio. Peccato non sia equità dire che i crimini non vanno prevenuti e che a lei non importa se un etero non rischia di essere aggredito per strada perché etero.

Da mostrare a tutte le future vittime di crimini d'odio è il messaggio in cui lei e il solito leghista Sergio M. Binelli definiscono «bellissima notizia» e «vittoria» un voto del Senato a favore di chi discrimina o aggredisce la gente per strada:

Ogni commento pare superfluo.


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