Adinolfi ha sfacciataggine di parlare a nome delle donne: «oceano di minchiate lgbt sono contro le donne»

Proseguono le molestie di Mario Adinolfi contro i gay, come parte del piano di rilancio economico di quel suo partitino omofobo che lui stesso riconosce abbia la finalità di istigare alla discriminazione. Per mesi, infatti, ha giurato che punire chi picchia i gay sarebbe dovuto essere considerato un attacco al suo partito e al suo profitto economico.

In quella sua fastidiosa abitudine a mettere le sue parole nella bocca degli altri, inizia a dire sia «ovvio» che si debba essere transofobici prima di tirare in ballo le sue patetiche polemiche contro X-Factor:


A parlate a nome delle donne (che lui dice siano tutte rappresentate dalla Terragni) è un uomo che vuole che la donna sia sottomessa al marito. Un tale che propone di pagare le donne che resteranno a casa a fare figli al posto di lavorare. Un uomo che in più occasioni ha ostentato una chiara misoginia, ma che ha la sfacciataggine di parlare a nome delle donne.

Interessante è come il discorso populistico e patetico del plurisposato cada nel momento in cui si osserva che non ci sono solo donne trans ma uomini trans. Ovviamente un misogino non potrebbe sentirsi minacciato da un uomo transgender o non si sentirebbe superiore alle donne, motivo per cui Adinolfi nasconde parte della realtà o non potrebbe più far lava sul maschilismo per spacciarlo come una posizione falsamente femmimista.

Adinolfi dice che il pretendere di non essere picchiati per strada dai neofascisti che lo invitano ai loro festini neonazi sarebbe una «minchiata» in quel suo ricorrere ai genitali maschili come simbolo di potere e di sopraffazione. Non male per chi vuole giocare a fare il falso femminista mentre fattura sulla discriminazione.


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