Adinolfi: «Voi gay, se qualcuno oggi venisse e mi sparasse alla testa, esultereste»
In quella sua abitudine a ricondurre a sé stesso ogni tema e a sostenere che il suo sentire sia ciò che dovrebbe essere elevato a dogma di fede, il fondamentalista Mario Adinolfi scrive:
Dal messaggio di Adinolfi emergino tre elementi chiave:
- Adinolfi pare rosicare molto dato che si affretta ad offendere Alex Belli sottolineando che lui non lo conosca e che dunque sia qualcuno di poco conto
- Sostiene che se a lui il body shaming non darebbe fastidio, allora il body shaming non è un problema
- Rinnega i suoi piagnistei di quando diceva che il suo essere grasso lo avrebbe reso più discriminato dei gay, nonostante giurò che lui fosse grasso per scelta e non a seguito di patologie quando si candidò come segretario del Pd.
Ma dato che il suo ripiegare sul vittimismo non deve aver sortito gli effetti desiderati, Adinolfi inizia a starnazzare che tutti i gay sarebbero ipocriti e si inventa che esulterebbero se qualcuno gli sparasse alla testa:
L'illazione pare il solito patetico tentativo di istigare alla discriminazione, dato che lui stesso diceva di temere che una legge contro l'odio avrebbe minacciato i suoi introiti. Ed è altrettando aberrante osservare come paia divertirsi a giocare con gli slogan con cui i fascisti giustificano gli stupri.
E se sono ormi anni che Adinolfi millanta fantomatici rischi per la sua incolumità, la cronaca ci racconta di decine di ragazzi aggrediti mentre lui difendeva i loro aggressori e non un solo atto di violenza verso di lui.