Attilio Negrini vede il demonio dietro il divieto all'affissione di pubblicità sessiste e offensive per le strade
Attilio Negrini non deve aver neppure letto il ddl Zan se sostiene di vedere i principi di una legge contro i crimini d'odio in un decreto che vietarà l'affissione di pubblicità sessiste e offensive per le strade.
Il testo che lo porta a schiuma di rabbia sancisce il divieto a porre su strade e veicoli «qualsiasi forma di pubblicità il cui contenuto proponga messaggi sessisti o stereotipi di genere offensivi o messaggi lesivi del rispetto delle libertà individuali, dei diritti civili e politici, del credo religioso, dell’appartenenza etnica oppure discriminatori con riferimento all’orientamento sessuale, all’identità di genere». In altre parole, un testo di puro buonsenso che il governo ha approvato in larga maggioranza.
Negrini, però, dice di vedere il demonio dietro alla norma visto che l'organizzazione forzanovista Provita Onlus teme di non poter più pagare dei costosi camion vela per bypassare i regolamenti comunali che già vieterebbero le loro campagne contro gay e donne.
E così si inventa che l'ostruzionismo delle destre contro il ddl Scalfarotto significasse che volessero votare il decreto di nascosto o che la norma contro il sessismo fosse nascosta nonostante il suo Lucio Malan (FdI) l'abbia contestato in Aula dicendo che non si può capire cosa sia sessismo o cosa sia offensivo e dunque bisognerebbe legittimare ogni porcheria. Una tesi curiosa, ma che conferma che non era certo un punto nascosto nel testo.
In quella suo abitudine ad accusare tutti di essere demoniaci, scrive:
Lascia sbigottiti che qualcuno possa lamentarsi che offese e insulti vengano vietati, soprattutto se il suo fine è garantire che le ricche lobby di destra possano investire fiumi di rubli per promuovere odio contro le scelte altrui.