Don Bianchi ci può spiegare chi mai vorrebbe «legalizzare la pedopornografia» come dice lui?

Don Mirco Bianchi, in qualità parroco leghista di Gatteo a Mare, deve sentirsi smarrito ora che non può più offrire la sua falsa testimonianza per invocare la protezione che Pillon ha garantito ai delinquiti che vanno in giro a picchiare i ragazzini gay. Ed è così che quest'oggi si inventa:

Peccato che non spieghi chi mai vorrebbe «legalizzare la pedopornografia». Il timore è che l'esponente leghista voglia cavalcare una bufala dei suoi amici di Provita Onlus incentrata su una loro curiosa reinterpretazione dei fatti. Ma dato che il riferimento none ra esplicitato (forse vergognandosi di un messaggio che avrebbe accostato quella loro teoria al suo nome), è tra i commenti dei suoi proseliti ce troviamo chi ipotizza che il parroco di Gatteo stia accusando Papa Francesco di voler legalizzare la pedofilia. D'altronde sono anni che don Bianchi incita i fascisti contro il pontefice mentre si intasca uno stipendio vaticano a cui il vescovi ha affiancato uno stipendio che gli viene versato dal Miur a nostre spese:

A quel punto inizia a diffamare Gayburg come sua abitudine, esprimendo «solidarietà» ad un giornale che lui sostiene non possa essere criticato mentre spaccia l'avversione di don Mirco contro i gay e contro tutto ciò che non è di estrema destra per una «attività pastorale»:

Quale sarebbe il senso del suo esprimere «solidarietà» a chi riporta quello che dice lui? Solidarizzare con sé stessi perché si vogliono istigare i propri seguaci ad insultare chi non la pensa come lui gli pare un atteggiamento cristiano?


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