Il prete no-vax: «Il greenpass è come le leggi razziali. Faranno il tampone anche a Gesù»


Come tutti gli esponenti di estrema destra, anche Sabino Paciolla è un no-vax. Attraverso il Suo blog, pubblica un irresponsabile articolo dal titolo “Ero senza green pass, e non mi avete accolto” a firma di tale don Giulio Meiattini.
Improvvisandosi virologo, il sacerdote esordisce dicendo che lui ha deciso che fanno bene i fascisti a non volersi vaccinare:

Dopo aver ascoltato, negli ultimi anni, le ripetute denunce contro la “cultura dello scarto”, adesso nessuno si occupa più dei nuovi scartati. Mi riferisco alle persone che hanno preferito non vaccinarsi, non per capriccio o per paura irrazionale, ma per motivi ragionati, sostenuti da numerosi studi e ricerche e da scienziati di rilievo internazionale.

Non è chiaro se gli "scienziati di rilievo internazionale" sarebbero Silvana De Mari o Alessandro Meluzzi. Ma lui riparte dicendo che chi non si vuole vaccinare ei rifiuta di fare i tampini non starebbe facendo niente di male, a parte mettere a rischio gli altri proponendosi come un vettore di un virus che ha già ucciso oltre 130mila persone:

Costoro vengono adesso sempre più ostracizzati e messi all’angolo del dibattito pubblico e della vita sociale. Di questi nuovi scartati quasi nessuno si preoccupa, anche se non commettono nessun reato, non disobbediscono a nessuna legge e hanno dalla loro parte ragioni almeno altrettanto plausibili di chi invece il vaccino lo vuole per sé e lo vorrebbe imporre anche agli altri, per fare della “vaccinazione” (cioè della riduzione allo stato vaccino) un nuovo status di riconoscimento e ammissione sociale.

In realtà la richiesta è che i no-vax non siano messi nella posizione di poter far del male agli altri, ma ovviamente lui preferisce inventarsi teorie complottiste basate sulla propaganda di estrema destra. E dato che al peggio non c'è mai fine, inizia a lamentarsi che tutelare la salite pubblica lo faccia sentire un capo di bestiame:

Ma non voglio qui fare discorsi generali, bensì portare alcuni esempi, tratti dalla mia esperienza personale, per mostrare come questa nuova cultura sanitaria dello scarto e della riduzione delle masse ad allevamento, della società a corral con bestiame marchiato, sia entrata profondamente anche negli ambienti della vita religiosa. In modo del tutto acritico e disinformato.

Racconta di un suo viaggio e dice che «una piccola comunità monastica maschile mi ha aperto le porte con generosità, per un pernottamento e un paio di pasti, senza chiedermi né se ero vaccinato né se avevo fatto il tampone o avessi il green pass». Poi, dopo aver elogiato quegli irresponsabili che hanno messo a repentaglio la salute dei fedeli che sono entrati in contatto con loro dopo quella visita, inveisca contro due «monasteri femminili» con monache «vaccinate con doppia dose» che avrebbero osato rifiutargli un posto nei loro letti a meno che non si facesse quantomeno un tampone.
E se sarebbe interessante capire perché sottolinei i sessi quasi volesse ostentare una certa misoginia, lui ne conclude:

Questo è quanto la paura da contagio riesce a produrre anche nei rapporti più forti e fraterni, costruiti nel corso di lunghi anni. La paura dei vaccinati verso i non-vaccinati o comunque la paura dei contatti in genere, anche qualora si sia protetti dallo scudo vaccinale, è riuscita ad erigere solidi muri e a incrinare i più bei ponti. Una volta tanto i muri sono da preferire!

Peccato che i vaccini limitino i danni ma non escludono i contagi, motivo per cui pare normale non si voglia finire in ospedale per colpa di un negazionista che si rifiuta di fare la propria parte per proteggere la collettività. Ma Giulio Meiattini inizia a negare l'evidenza, sostenendo che i vaccinati trasmetterebbero il virus come i non vaccinati. Insomma, nega una realtà che è evidente persino ai bambini delle elementari. Raccontando la sua rabbiosa risposta a suore di clausura che gli avevano chiesto un tampone perché non vaccinato, scrive:

Se voi lo desiderate – ho detto dunque alla superiora – posso fare il tampone senza nessun problema. Tuttavia, se dal vostro punto di vista questa misura è così necessaria per la vostra sicurezza, per tutelare anche la mia salute chiedo anche a voi di fare il medesimo test. Perché mai io solo dovrei fare il tampone, come fossi l’unico soggetto pericoloso?

La risposta è semplice: loro sono vaccinate e lui no, quindi lui è oggettivamente più a rischio di contagio visto che ha deliberatamente scelto di non proteggere sé e gli atri anche se si rifiuta di pagare le conseguenze delle sue scelte. Ed anche qui lui preferisce inventarsi che «sarei stato piuttosto io il soggetto più a rischio, recandomi in una comunità estranea».
Peccato non funzioni così.

Appellandosi agli slogan di Salvini, dice che le precauzioni sanitarie sarebbero irragionevoli e che l'responsabilità sarebbe segno di buonsenso:

Scrivo perché spero che qualche religioso o religiosa, leggendo rifletta, se è mai possibile, e giunga a capire fino a che punto l’iniqua pratica del lasciapassare sanitario sia divenuta già mentalità, prima ancora che norma vincolante, perfino in alcune comunità monastiche (spero poche!). In tal modo una paura irragionevole prende il sopravvento sulla virtù evangelica dell’ospitalità e, purtroppo, anche sul buon senso.

Peccato che fare sesso occasionale senza preservativo è follia, non certo buonsenso, esattamente come portarsi il virus in casa non pare furbo, soprattutto se basterebbe un semplice tampone per scongiurare ogni rischio.
Ma dato che queste invettive hanno sempre finalità politiche, il prete inizia ad elogiare i fascisti che pretendono di mettere a rischio la salute dei loro colleghi, lodandoli perché preferisco Forza Nuova al bene comune:

Così, mentre dei lavoratori scendono in piazza e manifestano, rischiando lavoro e stipendio, per battersi contro la legge iniqua e discriminatoria del lasciapassare sanitario (che non ha nulla di sanitario, ma è solo un ricatto), e lo fanno per il bene di tutti, questi esempi di “vita contemplativa”, purtroppo, danno segni di adeguamento alle nuove leggi razziali. Le buone religiose di cui ho parlato saranno ben contente se un giorno la carta verde sarà richiesta anche per entrare nelle chiese, per loro questo sarà normale, perché la loro metamorfosi da donne di preghiera in agenti sanitari è già iniziata.

Pare inutile ribadire che non è certo un "ricatto" chiedere che tutti garantiscano la sicurezza degli altri lavoratori anche se negazionisti o menefreghisti. Ma lui preferisce sfottere Gesù e rincarrare i suoi insulti alle religiose che non si sono fatte infettare da lui:

Care sorelle, vorrei dire loro, un conto è la ragionevole prudenza e cautela, doverosa e proporzionata, un altro la pura e semplice chiusura delle porte in faccia, in nome di non provati pregiudizi pseudo-scientifici e di una scadente informazione. Vi consiglio una cosa: fate fare il tampone anche a Gesù, prima di riceverlo nella santa comunione!

A giudicare dalle immani stupidaggini che predica don Giulio Meiattini, le monache dovrebbero "informarsi" su Vk, Byoblu o Forza Nuova per maturare le sue stesse folli teorie?
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