Pillon ha trovato una nuova malata da torturare: «La si tenga in coma sperando in un miracolo»
Starnazzando che lui avrebbe voluto torturare Eluana Englaro per molti altri anni al pari di come voleva rapire Alfio Evans per prolungare le sue sofferenze, il senatore leghista Simone Pillon è tornato a chiedere che si infligga un sadico accanimento terapeutico ad un'altra vittima. Dice che la scienza sarebbe sbagliata e che si dovrebbe valutare l'ipotesi di un miracolo, ricorrendo a quel suo solito abuso della religione.
Dal suo profilo di propaganda, il leghista scrive:
Dopo 12 anni dal caso Englaro si ripresenta una vicenda assai simile.
Samantha D'Incà è in stato di minima coscienza a causa di una infezione contratta in ospedale e ora i familiari chiedono la sospensione dei trattamenti di nutrizione e idratazione.
Non mi azzardo a giudicare nessuno, e posso solo immaginare la grande sofferenza dei genitori, cui va tutta la mia solidarietà e vicinanza.
In casi come questo il confine tra eutanasia e accanimento terapeutico è sottile, ma è pur sempre visibile.
Sono testimone oculare di autentici miracoli avvenuti al capezzale di persone come Samantha.
Miracoli di guarigione, ma anche miracoli di conversione.
La cronaca racconta di risvegli improvvisi ed inspiegabili, e non sarebbe la prima volta che una persona, data da mesi o da anni in coma irreversibile, si risvegli e torni a una vita nornale.
La scienza medica non è onniscente, e quello dato per certo oggi, potrebbe non essere più vero domani.
Ma il miracolo non è solo quello della guarigione.
Accanto a una persona così duramente colpita dalla malattia fioriscono spesso occasioni di bene, di coraggio, di solidarietà, di umana vicinanza, di amore.
Davanti alla sofferenza silenziosa di Samantha ognuno è portato ad avvicinarsi in silenzio, in punta di piedi, contemplando la magnificenza e la fragilità della vita umana, e tutto questo spesso aiuta a scorgere la risposta alle vere domande della vita, troppo spesso soffocate dal frastuono invadente della vita quotidiana.
Perchè vivo? Perchè esiste la sofferenza?
Esiste un senso profondo della vita umana o dobbiamo solo lavorare, consumare e morire?
L'uomo è l'unica creatura capace di interrogarsi sulle domande ultime, e di intuire, spesso davanti alla sofferenza, la luce splendente che filtra dalle pesanti cortine della morte.
Ecco perchè la nostra legge e le nostre tradizioni etiche e morali, prima ancora della fede cristiana, non consentono di far mancare nutrizione e idratazione ad un essere umano.
Capisco perfettamente che in casi come questo l'umanissima reazione possa essere quella di correre incontro alla morte, convinti di fare il bene, ma questo significa inevitabilmente rinunciare a quella speranza e a quell'amore che fioriscono accanto al letto di Samantha.
Pillon vuole dunque attendere il miracolo, che per sua natura potrebbe accadere in ogni momento e dovrebbe includere ogni circostanza. Parla di "rispetto per la vita" mentre dimostra di non rispettare la morte, dicendo che lui non vuole possa essere accolta quando la vita non esiste più. Dice che gli altri sbagliano e che dunque vada tolta la libertà di poter decidere del proprio destino affinché tutti siano obbligati a subire le sue scelte. E tutto questo solo per prendersi facilo "like" da gente come questa:
Ma ai sa: finché c'è dolore c'è mercato per i venditori di speranza e per chi ci campa. Sofferenze come queste sono una manna per chi pretende di passare persino davanti ai genitori, supponendo che sbaglino nelle loro scelte dato che Pillon si crede migliore a tutti. Peccato faccia solo l'avvoltoio che cerca di fatturare sulla sofferenza altrui...
In un momento di difficoltà, i poveri genitori dovranno ritrovarsi a combattere con un Pillon che vuole usare loro figlia per il suo profitto.