Secondo Adinolfi, la pedofilia nella chiesa sarebbe colpa di chi non impedisce a gay e donne di essere sacerdoti
Mario Adinolfi è passato dal partecipare ai festini neonazi alle liste di proscriziobe, fornendo gli indirizzi delle persone che chiede siano punite perché osano dissentire da lui. Quindi, se troveremo don Maurizio Coppola morto o pestato a sangue da un gruppo di fascisti, sapremo chi è il mandante.
Ma andiamo con ordine. Piagnucolando come sua abitudine, il fondamentalista firma un surreale articolo intitolato "Attenti, vogliono sdoganare la pedofilia" in cui torna ancora una volta a mistificare la realtà e ad usare la pedofilia come fonte di reddito. Ed è così che scrive:
Ieri sera a Dritto e Rovescio mi sono sentito dare del “comunista prestato al cattolicesimo” da un tale che fa il gigolò e (dice lui) è andato con 50 preti gay. Poi un sacerdote si è messo a sbraitare e a prendermi a parolacce (questa la sua pagina fb https://**** ma il suo vescovo non ha nulla da dire su comportamenti televisivi così indegni dell’abito che porta?) perché contestavo le parole anticattoliche di un “padre” di una confessione cristiana inesistente. Nel mentre c’erano i soliti insulti di Luxuria (ma sulla pagina ufficiale dei fans di Paolo Del Debbio i favorevoli alla mia posizione sono stati alla fine il 58% contro il 42% schierato con lui).
Insomma, come ogni volta il fondamentalista insulta chiunque osi contraddirlo e si diverte a dire che tutti lo insulterebbero nonostante poi sia lui a invitare i suoi proseliti a parlare al maschile di Luxuria in modo che i bambini ni siano corrotti al bullismo. E se Adinolfi ama denigrare tutti gli altri e parlare sempre e solo di sé stesso, imbarazzante è come dica che a determinare il volere dl popolo sarebbero i sondaggi sulla paginetta Facebook dei fan di Del Debbio e non quelle elezioni in cui nessuno è disposto a farsi rappresentare da lui.
Inizia a dire che lui punta ai programmi che gli danno visibilità, spiegando che gli basta fare il buffone per poter veicolare la sua propaganda:
Qualcuno a fine puntata mi ha scritto: non devi andarci in tv in quelle trasmissioni. Attenzione: Dritto e Rovescio è il talk show di punta di tutta l’emittenza privata radiotelevisiva. Ieri sono andato in onda alle 22.40 e attorno alle nostre liti si è costruito il picco di share. Con questo mi sono conquistato il diritto di dire a molte centinaia di migliaia di italiani, mpetto a Giuseppe Cruciani che non ha le categorie per capire e negava, che la pedofilia è una grave perversione sessuale, che questa grave perversione si sta allargando a macchia d’olio nella società e già vedo i segnali di chi si prepara a sdoganarla attraverso una nuova finestra di Overton. Già si santifica Mario Mieli, il suo osceno concetto di diritto alla sessualità dei bambini, già si vedono campagne e occasioni mediatiche con bambine sessualizzate e rese oggetti di desiderio, con richiami continui al lolitismo.
Al solito, la fonte delle teorie di Adinolfi è Adinolfi stesso, il quale racconta lui ha deciso che Mario Mieli dovesse essere ritenuto «pedofilo» anche se mai toccò un minorenne o promosse la pedofilia, ma si limitò a contestare come i bigotti del tempo sostenessero che i minorenni fossero asessuati. Ed ovviamente non fornisce nessuna prova, preferendo fare leva sulla pedofilia sapendo che parlando populisticamente dei bambini si ottiene il favore dei camerato che magari poi fanno turismo sessuale mentre la moglie resta a casa.
A quel punto, Adinolfi torna a negare che la Chiesa abbia un problema con la pedofilia e racconta che il problema sarebbero i preti gay. Una teoria che ormai ripete insistentemente, evidentemente ritenendo che accostare i gay alla pedofilia aumenti la discriminazione e faccia bene ai suoi profitti economici:
Per avere l’occasione di lanciare questo allarme e ripetere che la Chiesa Cattolica è l’unica istituzione che si sta seriamente battendo contro la pedofilia (anche se molti casi, anche quello presentato in studio, sono di pederastia cioè di sacerdoti omosessuali attratti da ragazzini preadolescenti e adolescenti di sesso maschile, che andrebbero espulsi dalla Chiesa e anzi mai ordinati sacerdoti, secondo le chiare indicazioni di Benedetto e Francesco che dicono no ai gay nei seminari) io sono pronto a subirne mille di insulti.
Immancabile è il suo proclamarsi martire perché incoraggia la discriminazione dopo aver trascorso mesi a piagnucolare che il ddl Zan avrebbe minacciato i suoi interessi economici incentrati sull'istigazione alla discriminazione.
A quel punto inizia a insultare i cristiani che non discriminano gay e donne, dicendo che lui vuole una Chiesa che sia maschilista e omofoba:
E altrettanti per difendere la mia Madre Chiesa da accuse e teorie ridicole di un branco di pupazzi che fanno carnevalate senza fedeli e si autoproclamano “Chiesa inclusiva” con donne vescovo e matrimoni omosessuali, dicendo che la Chiesa Cattolica dovrebbe uniformarsi al loro nulla. Attenti, l’attacco è pesantissimo: vogliono legittimare anche la perversione sessuale pedofila ma prima vogliono usarla per picconare la Chiesa. Poi pretendono che la Sposa di Cristo si adegui a tratti e comportamenti imposti dal mondo abolendo il celibato ecclesiastico, imponendo sacerdotesse e vescovi donna, cancellando il concetto stesso di “peccato” perché per costoro va bene tutto. E ci sono una marea di preti cattolici come don Patrizio che sono ostaggi di questa retorica, in piena sindrome di Stoccolma, incapaci di pronunciare anche una sola parola di amore per la Chiesa di cui indossano l’abito, pronti invece ad accodarsi vilmente a chi la insulta. Per fronteggiare tutto questo bisogna esserci, per parlare ai tantissimi in ascolto e scoprire che alla fine la maggioranza ti dà ragione.
Se è sempre disgustoso vedere un tizio che si auto-attribuisce una "maggioranza" mentre molesta gay, donne e sacerdoti pur di proporsi come il re degli omofobi, pare delirante il suo sostenere che qualunque forma di tolleranza sarebbe la fonte di quella pedofilia che lui nega esista nella chiesa.
Parlando insistentemente al maschile di Luxuria pur di ostentare la sua transfobia, Adinolfi ci spiega che lui pensa di aver vinto perché sulla pagina dei fan di Del debbio una minoranza gli ha dato ragione:
Esattamente, quale sarebbe l'attendibilità di una statistica basata sui soli fan di un conduttore populista? Non è che domani Adinolfi si vanterà di essere il vincitore del sondaggio del condominio? E perché su Facebook si attribuiva una maggioranza smentita dai suoi stessi screenshot (peraltro inventandosi che Del Debbio gli sarebbe ostile)?