Adinolfi dice che la vera «discriminazione» sarebbe verso i no-vax, Negrini vede «nazismo» nel «siero»


Mario Adinolfi grida alla «vittoria» dicendo che il suo partitino avrebbe «costretto» il Comune di Castelfidardo a dare soldi pubblici a chi non vuole contribuire al bene comune e cerca di alimentare la pandemia rifiutandosi di rispettare le norme sanitarie.
Tutto eccitato, il fondamentalista Mario Adinolfi si compiace: «Abbiamo vinto noi, abbiamo fatto cessare una grave discriminazione che avrebbe colpito famiglie bisognose a Castelfidardo. Ora sul sito del comune campeggia una precisazione e siamo lieti di aver costretto il sindaco a scriverla».
Esatto, il fondamentalista che non vede discriminazione nell'omofobia e che giurava che la discriminazione dei gay fosse "libertà di espressione" sostiene che i no-vax sarebbero discriminati solo perché devono pagare il prezzo delle loro scelte.
E non va meglio con Fabio Sebastianelli, coordinatore regionale di Adinolfi nella Regione Marche , il quale aggiunge: «Continueremo a vigilare su tutto il territorio marchigiano affinché il green pass non diventi strumento di ulteriori discriminazioni sotto Natale».

Ad inqiadrare il provvedimento adinolfiniano è Attilio Negrini, il quale spiega che loro sono convinti che il vaccino sia «nazismo» e che serverebbe ad imporre un «controllo della popolazione» in stile «regime totalitario» dato che i «malati» sarebbero coloro che credono alla scienza e non a quello scaricatore di porto dichiaratamente fascista che nega l'esistenza della pandemia:



Pare dunque che non esista più alcun confine tra la propaganda fascista e quella adinolfiniana, con il sedicente "cristiano" dalle molteplici mogli che ormai riconcorre instancabilmente l'elettorato neofascista.
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