Iniziata la raccolta fondo per una Casa Arcobaleno a Reggio Emilia
Sarà attiva fino al 7 febbraio la campagna per sostenere la creazione della casa arcobaleno di Reggio Emilia intitolata allo scrittore Pier Vittorio Tondelli, attraverso la quale supportare le vittime di violenza omofoba dall'Emilia-Romagna e tutta Italia. L'obiettivo è quello di raccogliere 10.000 euro.
Il crowdfunding, promosso da Arcigay Gioconda, sarà attivo sulla piattaforma Ideaginger.it allo scopo di realizzare uno spazio sicuro e protetto dove accogliere le persone LGBTI vittima di violenza e omofobia, per permettere loro di riprendersi e costruirsi un nuovo percorso di vita. A trent’anni dalla sua scomparsa, la Casa Arcobaleno sarà intitolata allo scrittore corregese Pier Vittorio Tondelli, morto il 16 dicembre 1991, a soli 36 anni.
I fondi raccolti serviranno a finanziare piccole opere di ristrutturazione, l’arredamento e il sostentamento per il primo periodo di vita dell’appartamento. Una volta aperto, lo spazio potrà accogliere fino a quattro persone vittime di omofobia.
«Dopo due anni di incontri, progettazione e strutturazione dei servizi, siamo finalmente all’ultima fase di apertura di questo servizio di accoglienza per le vittime di omotransfobia -spiega Alberto Nicolini, presidente di Arcigay Gioconda Reggio Emilia- Perché la casa di accoglienza divenga realtà, abbiamo bisogno del sostegno concreto della cittadinanza e degli enti che intendono supportarci, anche per aprire le porte il prima possibile alle persone che sono in lista di attesa da molto tempo, e che hanno bisogno di un tetto e di un supporto concreto per riprendere in mano la propria vita e superare il dolore del rifiuto da parte della famiglia e della comunità di origine».
Dario De Lucia, consigliere comunale e già organizzatore del Pride del 2017, aggiunge: «In tutta Italia ci sono meno di 80 posti per aiutare le persone vittime di omofobia e violenza perché omosessuali. Da Reggio Emilia vogliamo creare la prima casa arcobaleno della regione Emilia-Romagna, per farlo servirà l’aiuto di tutta la comunità e sono sicuro che i reggiani parteciperanno e sosteranno il progetto. I fondi raccolti serviranno al 100% per sostenere l’avviamento della casa e i primi mesi di sostengo agli ospiti (spesa e bollette)».
Nel corso della durata della campagna, inoltre, saranno promosse iniziative e appuntamenti in presenza per far conoscere il progetto della Casa Arcobaleno come eventi, banchetti e dirette che potrete vedere sulla pagina Facebook di Arcigay Gioconda per spiegare nel dettaglio il progetto e il funzionamento della raccolta fondi.
Per contribuire alla campagna di raccolta fondi è necessario collegarsi al sito www.ideaginger.it, dove sarà possibile supportare la campagna acquistando una o più ricompense (con importo libero o da 10, 25, 50, 75, 100, 250 e 500 euro) e inviando il proprio contributo tramite carta di credito, carta prepagata, PayPal o bonifico su conto corrente bancario. Ciascuna donazione prevede una “ricompensa”, tra cui la possibilità di avere un posto nel totem di ringraziamento all'interno della Casa Arcobaleno, o quella di intitolare una delle camere del primo appartamento.
Le risorse raccolte serviranno per coprire i costi di realizzazione e mantenimento della casa arcobaleno, e in particolare: ristrutturazione degli spazi (1.800 euro); acquisto dei mobili (4.200 euro); pagamento delle utenze per il primo anno di vita (2.400 euro); sostegno e spesa per gli ospiti della Casa Arcobaleno per il periodo iniziale (1.600 euro).
E’ possibile anche donare tramite bonifico IBAN IT62T0850912801028010020324 intestato a Arcigay Reggio Emilia Gioconda con causale “donazione per casa arcobaleno”
Dall’inizio dell’anno sono state 179 vittime di omofobia che hanno avuto il coraggio di denunciate: ancora troppe sono le persone che invece rimangono nell’ombra e senza nessuna rete di protezione, per la maggior parte adolescenti che vengono cacciati di casa dopo aver fatto coming out. A Reggio Emilia, nel 2021, sono state una ventina le persone che si sono rivolte ad Arcigay perché vittime di discriminazioni per il proprio orientamento sessuale. Molti di questi casi non vengono neppure denunciati. Durante il lockdown, in particolare, gli SOS giunti ad Arcigay sono stati tantissimi: si tratta di persone che nelle proprie abitazioni, in famiglia, sono state vittima di prevaricazioni o intimidazioni per il fatto di essere gay, lesbiche o trans.