Letta rilancia il ddl Zan
Il Partito Democratico ha deciso rilancia la legge contro l'omotransfobia, la misoginia e l'abilissimo, ossia quel ddl Zan che la maggioranza dei cittadini chiede che il senatore leghista Pillon ha cercato di fermare impedendone la discussione.
Nel corso di una diretta Instagram, il segretario Enrico Letta ha spiegato:
Abbiamo pensato di riempire questi quattro mesi con un lavoro sui territori che rilanci gli obiettivi, per arrivare ad aprile con la possibilità di rilanciare nell’ultima fase della legislatura il tentativo di approvare il ddl Zan, per tornare alla carica in Parlamento, come noi pensiamo di poter fare, dobbiamo provarci. Abbiamo cominciato con una agorà a Bologna il 4 dicembre organizzata da Monica Cirinnà, ora l’idea di riempire questo tempo da febbraio ad aprile con 5 agorà straordinarie in 5 grandi città, a Milano, Padova, Firenze, Taranto e Palermo, da nord a sud che rilanceranno l’attenzione, la riflessione, la mobilitazione sui temi del ddl Zan. Sono agorà democratiche che vanno oltre il Pd.
Lo scopo è quello di «non abbassare i riflettori» sulla legge perché «si torna al silenzio, nel silenzio si commentano le peggiori nefandezze. È importante riuscire a fare passare il messaggio ma è ancora più importante cambiare la legislazione italiana rendendola completa con misure anti omotransfobia [...] Proteggere i diritti delle persone è solamente positivo, che non priva la libertà di nessun altro».
Non è ancora chiaro se verrà presentata una nuova legge contro l’omotransfobia o se si proverà a ripartire dal ddl già approvato alla Camera.
Ovviamente il leghista Pillon già promette che gli alleato di Orban cercheranno di difendere i fascisti che picchiano i ragazzini gay per strada, inventandosi che l'odio servirebbe a rimarcare quelle che lui dice siano le differenze tra il maschio eterosessuale bianco e quelle donne padane che Salvini rappresenta come bambole gonfiabili ai suoi comizi:
Insomma, la Lega già tenta di creare fake-news su una legge contro l'odio, inventandosi che sarebbe una minaccia a quello che loro sostengono sia il "diritto" populista di poter corrompere i propri figli all'odio.