Adinolfi paragona il greenpass alla tessera fascista
Mario Adinolfi continua a rincorrere l'elettorato nazifascista, dicendo che il malato terminale vada obbligato con la forza a subire inutili torture contro la sua volontà e che il fascista debba essere lascito libero di scorrazzare nei posti di lavoro in modo da poter contagiare gli altri. Ovviamente dice anche che contrastare i fascisti sarebbe fascismo, esattamente come diceva fosse fascismo anche il voler impedire i crimini d'odio perpetrati contro le sue vittime.
Senza troppa fantasia, è attingendo alla peggior propaganda dell'ultra-destra che scrive:
Tra i commenti, Adinolfi si propone come il leader dei no-vax, forse sperando che il suo contributo alla pandemia possa portargli più fortuna del plauso ricevuto da quel prete pedofilo che si spellava le mani al convegno leghista:
Senza mai argomentare, dice che il profitto vanga prima della salute e che i soldi contino più della vita umana:
Insomma, Adinolfi si sta proponendo come il no-greenpass improvvisato che fa della sua irresponsabilità un vanto. Tanto lui mica va a lavorare e non rischia di farsi contagiare.
Superando sé stesso, inizia a dire che lui non è dello stato e se lui vuole tramutare il suo corpo in una bomba batteriologoca, pretende di essere lasciato libero di poter spargere morte in bar e ristoranti. Ma è surreale inizi poi a contrapporsi alla libertà di scelta di malati e donne, inventandosi che sarebbe lo stato a decidere aborti ed eutanasia:
Giocando a fare il martire che vuole contribuire al male in ode all'egoismo, suscita ribrezzo il suo negare che siano i malati o le donne a voler scegliere di non subire i suoi obblighi. E deve aver studiato poco la storia se pensa di vivete in un "regime" mentre plaude a chi respinge i rifugiati fuggiti da veri regimi.
Tutto questo avviene mentre il fondamentalista definisce "lavoro" il suo mettersi davanti ad una webcwm a promuovere le sue attività economiche:
Di certo lui non corre rischi di infettarsi dicendo che "lavorare" significherebbe starsene sul divano a raccontare che i veri lavoratori dovrebbero farsi infettare dai suoi (pochi) elettori negazionisti.