Il Comune di Monza boccia l'adesione alla rete Re.a.dy. perché gli stupratori di Milano erano eterosessuali


Il Comune di Monza ha bocciato l'adesione alla Rete RE.A.DY (Rete Nazionale delle Regioni e degli Enti Locali per prevenire e superare l'omotransfobia), proposta con una mozione del consigliere Piffer.
La rete RE.A.DY propone di mettere in contatto comuni, province e regioni per condividere prassi per contrastare l'omobitransfobia, ma la maggioranza di destra ha iniziato a dire che loro vedono una discriminazione agli eterosessuali attraverso interventi al limite del tragicomico.

Marco Monguzzi ha sostenuto che «i diritti dell'uomo sono già sanciti in maniera chiara dalla Costituzione», anche se la Costituzione sancisce principi che sono altre norme e altre iniziativa a dover concretizzare. Ha poi proseguito: «Certamente siamo contro a tutti quegli atti di omofobia che capitano nella nostra società, però non dobbiamo dimenticaci dei fatti come quelli accaduti a Milano che sono fatti e violenze a prescindere dall'orientamento sessuale».
Cosa centri lo stupro avvenuto a Milano con l'omotransfobia, non è chiaro. Ma lui pare sostiene che «si rischierebbe poi di creare una forma di divisione e differenziazione tra ciò che è eterosessuale e soprattutto contro ciò che è famiglia naturale come la concepisco io».
Inizia così a citare il Sinodo, asserendo che il "mondo cattolico" veda "teoria del gender" nel contrasto ai crimini d'odio omofobico. Ovviamente afferma anche che le priorità sarebbero altre dato che al maschio eterosessuale italiano non interessa se altre persone vengono picchiate per strade. Ed è così che conclude dicendo che «Non dobbiamo tutelare maggiormente delle categorie a discapito di altre».

Francesco Cirillo, capogruppo di Forza Italia, ha sostenuto esistano già tutte le tutele necessarie dato che si può ricorrere a processi penali contro chi commette crimini e non servirebbe prevenirli o favorire inclusione. Anna Maria Martinetti, invece, ci vede il ddl Zan e dice che a lei non sta bene che si parli di "identità di genere" perché lei "non è d'accordo". Dice che lei avrebbe aderito alla rete solo se si fosse promessa di contrastare la discriminazione dei cristiani, ma che lei non vede interesse in chi si occupa solo di gay.
La signora afferma che lei rispetterebbe i gay, ma poi aggiunge che lei li reputa "Contro natura" in quanto lei sostiene abbiano decido i rifiutare «l'orientamento sessuale che la natura gli avrebbe proposto».

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